Sarebbe stato facile per tutti lasciare Marco Fassoni Accetti alla sua nomea di mitomane con un flauto in mano. Comodo anche dimenticarlo all'archiviazione del 2015, come persona inattendibile e inaffidabile, che però manifesta un personaggio istrionico ma "stranamente" informato.
Sì!
Sarebbe stato comodo, ma i fatti stanno portando da tutt'altra parte.
Troppe persone, sentite in Commissione Bicamerale d'Inchiesta sul caso Gregori-Orlandi, lo riconoscono come personaggio presente in diverse occasioni, legate tutte alla sparizione sia di Mirella Gregori che di Emanuela Orlandi... qualcosa non torna più.
Non è difficile associare la figura di Accetti a quella del mitomane. Una coltre fumogena che è sempre stata posta sopra la figura del "fotografo" da moltissimi giornalisti, ma non solo.
Anche Pietro Orlandi lo definisce inattendibile... ma fino a che punto?
Accetti era colui che interpretò i telefonisti Mario e l'Americano in tutte le chiamate verso la famiglia Orlandi, Gregori e anche verso l'avv. Gennaro Egidio.
Come non considerare questo MACIGNO nell'inchiesta?
Durante gli anni il caso Gregori-Orlandi è stato un susseguirsi di testimoni e nuove informazioni che per oltre 42 hanno avuto un denominatore comune: il famoso telefonista detto l'Americano.
Questo personaggio, oggi (presumibilmente) identificato con Marco Fassoni Accetti, non ha mai fornito la prova in vita delle ragazze ed ha fatto di tutto per annullare la pista sessuale.
L' Americano - infatti - ha sempre portato avanti la causa della liberazione di Ali Agca e quindi associava la riconsegna di Mirella ed Emanuela ad una "possibile" grazia per il turco, cosa che non sarebbe mai accaduta.
Del resto, lo stesso Agca ritrattò la sua accusa contro i bulgari e quindi contro il mondo dei paesi dell'est ripiegando sul "mistero di Fatima" come movente del rapimento.
La semplificazione però è la prima strada da seguire in un contesto così variegato.
Sarebbe impossibile non considerare la pista sessuale proprio per il fatto che ogni azione dei protagonisti mirava solo ad allontanarla.
Personalmente non credo ad una semplificazione così stringente ma ritengo che vi siano una combinazione di fattori che devono sommarsi fra di loro.
Da un lato è vero che Agca subì il fascino della sua "liberazione" ed è anche vero che ritrattò la sua prima dichiarazione sul movente dell'attentato al Papa, scagionando i bulgari. Ma quindi sarà anche vero che conoscesse i personaggi che gli avevano proposto tale compromesso. Inoltre è proprio Agca a mandare tutto a monte fingendosi Gesù nelle fasi successive. Un messaggio, come a voler dire "ho capito che mi avete preso in giro e ora faccio il pazzo". Agca avrebbe potuto fare nomi e cognomi dei suoi interlocutori verso la libertà ma non lo fece: capì che era una trappola ma non rivelò mai dettagli precisi su quanto accadde nel 1983.
Tornando ad Accetti, incaricato di "telefonare" per comunicare al mondo le sue richieste, non possiamo consideralo solo un personaggio "informato".
Sarebbe più giusto indicarlo come un personaggio "chiave" che conosceva bene il dietro le quinte del palcoscenico: nomi, fatti e moventi.
La vera domanda rimane solo una: perché Accetti è sempre stato considerato un mitomane e costantemente escluso da ogni tipo di comunicazione mediatica sul caso Orlandi?
Le risposte sono solo due:
1) Accetti è veramente un mitomane e non c'entra nulla.
2) Accetti non conviene a molti, specie a chi sa, ed è ancora oggi la pietra angolare per risolvere il caso Gregori-Orlandi.