Durante le primissime ore dei rapimenti, sia di Mirella che di Emanuela, ci sono due figure che varcano la scena con alcune analogie inquietanti, e non solo in termini di temporali.
La prima, nel caso di Mirella Gregori, è quella di "Alessandro", che risulterà un chiaro riferimento ad un ex compagno di classe della ragazza e che lei nomina ad alta voce al citofono, facendosi sentire anche dalla madre.
Nel caso di Emanuela invece ci sarà "Pierluigi", il telefonista che chiama casa tra il 25 e il 26 giugno 1983, rivelando una serie di dettagli personali su Emanuela. Parlò del suo astigmatismo a un occhio, del disagio che provava nell’indossare in pubblico gli occhiali bianchi da vista, del suo uso dei cosmetici Avon, del matrimonio imminente della sorella e del fatto che suonasse il flauto. Ad eccezione di quest’ultimo elemento, tutti gli altri particolari non erano ancora stati divulgati dalla stampa, che fino a quel momento si era limitata a riportare la notizia della scomparsa.
Alessandro e Pierluigi hanno la stessa età, sono personaggi esistenti, e tutte 2 le coppie "Mirella-Alessandro" e "Emanuela-Pierluigi", vedono i protagonisti coinvolti in un "affetto" non ricambiato.
Mirella era stata innamorata di Alessandro e Pierluigi era stato innamorato di Emanuela.
Questo dimostra che chi ha rapito le ragazze conoscesse bene il territorio e le loro frequentazioni. Dimostra inoltre - per scendere nei particolari - che i rapitori sono riusciti direttamente (o indirettamente tramite amicizie comuni) ad acquisire dettagli noti solo all'interno del nucleo amicale.
Tutto questo ricondurrebbe ad una serie di amicizie o di frequentazioni di tipo "tossico", per i quali sarebbe facile pensare - a ragion di logica - che queste informazioni fossero state carpite da amici delle 2 ragazze, ma non solo...
Non dimentichiamo infatti che le ragazze erano cattoliche e che frequentavano con regolarità la chiesa. Oltre agli amici, spesso ci si confidava anche con i preti, in sede di confessione o di semplice consiglio. Insomma, la fonte di quelle informazioni doveva essere subito esaminata in dettaglio fin dalle prime ore, e non solo in ambito amicale ma anche in ambito religioso.
Di fatto, i due primi "attori", alias Pierluigi e Alessandro, servivano a dimostrare che chi aveva messo in piedi il rapimento, fosse ben informato e poteva entrare in particolari che presumeva una certa abilità e senso organizzativo. Diversamente, vista l'estraneità dei veri Alessandro e Pierluigi, non era il caso di nominarli, si sarebbe scoperto in poche ore che erano assolutamente fuori dal caso: bisognava però nominarli per lanciare un messaggio: "noi sappiamo e siamo molto vicini, sappiamo operare come un vero gruppo di spionaggio organizzato".
Certo, si potrebbe trattare di semplici coincidenze, ma nel caso Gregori-Orlandi ce ne sono veramente troppe. Non aver scavato fin da subito nell'ambiente amicale, religioso e scolastico (compresa, per Emanuela, la scuola di musica Ludovico Da Victoria) è stato un errore che ha mantenuto fino ad oggi il mistero sulla sparizione delle due ragazze.
Per Emanuela arriva l'ennesima conferma di "AVON" anche con il telefonista Mario, il quale - quando telefonò - lo nomina espressamente. Difficile pensare che chi interpretò "Pierluigi" fosse esterno al nucleo di colui che interpretò "Mario", anzi.
Facevano parte di uno stesso gruppo organizzato ma qui nasce un interrogativo: "che senso ha la chiamata di Mario"?
Se già Pierluigi aveva chiaramente dato indicazioni su Emanuela di tipo veritiero, Mario introduce invece la pista dell'allontanamento volontario: un depistaggio delle prime ore.
E' una chiamata che si può riassumere in una sola frase: "Emanuela è andata via volontariamente, ma ritornerà".
Ricordiamo inoltre che "Mario" nomina anche Monteverde, Torvaianica e la Gianicolense e si allinea, o forse sarà il contrario, con le dichiarazioni di Sabrina Minardi, che nei suoi racconti ripercorre quei luoghi.
Quindi, se non ci fosse stato il telefonista chiamato "Americano", è proprio la Minardi che tira in ballo Marcinkus e il Vaticano, ma tutto finirà con l'archiviazione del 2015.
Al contrario, l'ombra nera del cosiddetto telefonista detto "Americano", è un interlocutore che fa 3 cose da attenzionare:
1) legittima Pierluigi e Mario, facendo capire che si tratta di uno stesso filare;
2) Apre la pista sulla liberazione di Ali Agca;
3) Chiede trattative con lo stato Italiano e Vaticano e trova uno "strano" feeling con l'avv. Gennaro Egidio, all'epoca difensore delle 2 famiglie.
Il vero protagonista diventa proprio lui: l'Americano.
Quello che recita la lista dei vestiti indossati da Mirella quando scomparve all'allora fidanzato di Antonietta Gregori.
Quello che chiede di parlare con Casaroli nella famosa chiamata alla Segreteria di Stato Vaticana chiamata 158.
Quello che interloquisce con l'avv. Egidio e che darà comunicazione che per Mirella non c'è più nulla da fare.
Ma cosa vuol dire tutto questo?
L'americano - nella mia ipotesi - è il frutto di una pressione contro il Vaticano, ricattato da questo personaggio, che compare soltanto dopo una catastrofe: la morte delle 2 ragazze.
Viene presa Mirella e messa nel Calderone con Emanuela per portare avanti una "trattativa" solo dopo il fallimento del piano principale.
In tutto questo, il silenzio assordante dello stato Vaticano, alimenta la speculazione.
Basterebbe che ognuno ammettesse, dopo tanti anni, le proprie responsabilità, ma questa è una chimera...
Forse si arriverà a capire chi ha materialmente compiuto azioni criminose ma i veri moventi, che diventano "il vero oggetto della trattativa" non potranno mai essere rivelati.
Come dice Pietro Orlandi c'è un ricattato e un ricattatore.
In questo caso, entrambe le parti, hanno segreti inconfessabili a tal punto, che il silenzio rimane la strada maestra per lasciare tutto com'è.