Mercoledì prossimo, al Senato, riprende la discussione del ddl 2005, misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità... l'ormai noto ddl Zan.
Al riguardo, nelle scorse ore, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, se ne è uscito con la seguente dichiarazione:
"Noi abbiamo un dovere nei confronti della nostra società. Dobbiamo portare avanti il ddl Zan e dobbiamo approvarlo. Io sono stato molto rigido nei mesi scorsi, e questa rigidità è stata importante perché ci ha consentito di arrivare all'aula del Senato. Adesso siamo all'aula del Senato ed io chiederò in questi giorni ad Alessandro Zan, primo firmatario e padre di questa legge, di fare un'esplorazione con le altre forze politiche per cercare di capire le condizioni che possano portare ad un'approvazione rapida del testo.Mi fido completamente delle sue valutazioni, e sulla base di quello che dirà si arriverà, sono sicuro, alla possibilità di approvare un testo in tempi rapidi. Poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità, ma io non voglio lasciare nulla di intentato perché la legge possa essere veramente approvata".
In pratica, Letta ha detto a Zan di valutare se e fino a che punto - a suo parere - sia possibile modificare il testo del disegno di legge di cui è primo firmatario. Quindi, non si tratta di trovare comunque un accordo con le altre forze politiche contrarie all'attuale formulazione della legge, ma solo di valutare - per l'ennesima e ultima volta - se esista un punto d'incontro.
Nonostante ciò, ecco come è stata accolta la proposta di Letta... a partire dai dipendenti (in senso politico) di Matteo Renzi:
Ettore Rosato: "Mesi usati per la campagna elettorale in cui il Pd ci diceva che il ddl Zan era immodificabile. Adesso si arriva a fare quello che avevamo detto noi, ovvero cercare un'intesa con il Parlamento per portare a casa la legge sui diritti. Le leggi si fanno con i numeri, il resto è inutile perdita di tempo e demagogia".
Ivan Scalfarotto: "Se il Pd comprende finalmente che quella sulla legge di contrasto all'omotransfobia non può essere una battaglia ideologica a perdere ma deve trasformarsi nel percorso che finalmente porti all'approvazione di un provvedimento normativo non più procrastinabile, non possiamo che esserne contenti. Molto è il rammarico per aver perso mesi preziosi, visto che il tavolo politico per la mediazione sul ddl Zan è stato proposto sin dalla fine di maggio da Italia Viva in Senato, anticipando tutte le forze politiche su una soluzione che si sta dimostrando l'unica praticabile. Adesso il Pd ci sta? Benissimo, ottima notizia: andiamo avanti veloci in aula con poche modifiche che possano consentire un iter rapido per l'approvazione della legge, senza in nessun modo diminuirne l'efficacia in termini della protezione delle vittime dell'odio e della discriminazione".
Andrea Marcucci, il senatore dem che si è dimenticato di cambiare gruppo al Senato per passare nelle fila di Italia Viva: "Anche attraverso un accordo ampio sui punti più controversi. Bene che sia lo stesso Zan a verificare la situazione. Ora che questa è diventata anche la posizione del segretario Letta, procediamo spediti al traguardo senza più timidezze. È stato perso anche troppo tempo".
Chissà che cosa ne pensa Alessandro Zan delle parole di Letta, visto che il 19 ottobre aveva dichiarato di voler andare fino in fondo nell'approvazione del suo ddl, senza parlare di modifiche.
Alle dichiarazioni dei parlamentari di Italia Viva, sempre da destra, si uniscono quelle di Maurizio Gasparri, Forza Italia:
"Anche Letta ha preso atto che il muro contro muro non porta a niente. L'Italia può e deve varare una legge che punisca con maggiore severità violenze e discriminazioni basate su pregiudizi sessuali. Su questo tutti ci siamo detti d'accordo. Quello che non va nel testo del disegno di legge cosiddetto Zan, sono alcune norme che prevedono l'indottrinamento scolastico, la persecuzione delle opinioni e una rivoluzione antropologica con l'autodichiarazione di appartenenza di genere che causerebbe un caos totale. Queste norme non c'entrano nulla con la opportunità, da tutti condivisa, di punire più severamente atti non solo di violenza ma di semplice pregiudizio e discriminazione. Ben venga quindi un confronto serio e sereno se si accantoneranno queste scelte che sono francamente non condivisibili ed estranee all'oggetto reale del confronto".
Visto il risultato ottenuto alle ultime elezioni ammnistrative, preoccupato che la sinistra potesse ritrovare una qualche ipotesi di identità e coerenza, il democristianissimo Letta è subito corso ai ripari per rimettere le cose a posto, a partire dal ddl Zan.
Questa sì che è normalità.