La mozione votata venerdì scorso dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che definisce illegali gli insediamenti israeliani costruiti nei territori occupati, ha mandato su tutte le furie la destra israeliania ed il governo.

Il primo ministro Netanyahu ha imposto agli altri membri dell'esecutivo di annulalre visite ed incontri istituzionali con i membri dei paesi del Consiglio di Sicurezza.

E per quello che lo riguarda, dopo aver disdetto un prossimo faccia a faccia con il primo ministro britannico May, ieri, il giorno di Natale, ha convocato gli ambasciatori dei paesi che hanno fatto passare la mozione. Uno sgarbo istituzionale per manifestare la dimensione della propria irritazione.

Giuridicamente, ciò che è stato votato dal Consiglio di Sicurezza non ha un valore formale. Quindi, per Israele, la sua mancata applicazione non porterà conseguenze. Però dal punto di vista mediatico, il fatto che gli Stati Uniti, seppur con l'astensione, abbiano fatto passare il concetto che Israele si sia finora comportato, nei territori occupati, come un predatore è stato insopportabile.

Intervenendo sulle relazioni diplomatiche con i paesi colpevoli di aver giudicato negativamente la politica interna israeliana, Benjamin Netanyahu ha rassicurato i falchi della destra che appoggiano il suo governo e, contemporaneamente, ha voluto mandare un messaggio all'amministrazione Obama per qualsiasi ulteriore decisione che venisse adottata prima che la prossima amministrazione Trump entri ufficialmente in carica.

A preoccupare Israele è un appuntamento che si terrà a Parigi, all'inizio di Gennaio, sul proseguimento del processo di pace tra israeliani e palestinesi.

Le forze di opposizione israeliane hanno colto questa occasione per cercare di "stanare" Netanyahu dal suo doppio giochismo, invitandolo ad operare concretamente verso l'avvio reale di trattative che portino ad un processo di pace sull'idea dell'esistenza di due Stati, nei confronti della quale gli ultrà di destra continuano ad opporsi.

Nel frattempo, il comune di Gerusalemme ha approvato la costruzione di 618 nuove abitazioni nel territorio occupato di Gerusalemme est. Abitazioni, inutile sottolinearlo, destinate agli israeliani.