Quello che, tristemente, è passato alla storia come l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema fu un crimine di guerra commesso dai soldati nazisti della 16esima SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS, comandata dal generale (Gruppenführer) Max Simon e da membri della 36esima brigata "Mussolini" travestiti con divise tedesche.

Il massacro di civili iniziò all'alba del 12 agosto 1944 a Mulina e si concluse nel tardo pomeriggio a Capezzano Pianore. Imprecisato il numero delle vittime: solo 350 poterono essere identificate e tra queste 65 erano bambini che avevano meno di 10 anni.


Oggi, anniversario della strage, il presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato quell'eccidio con queste parole:

«Sant’Anna di Stazzema è nel cuore degli Italiani. Lo spaventoso eccidio nazifascista, compiuto il 12 agosto di settantaquattro anni fa, costituisce uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare, destando orrore tra gli orrori. Al tempo stesso la fermezza e la dignità mostrate dalla popolazione di Sant’Anna nel ricostruire la comunità dopo l’immane tragedia e nel trasmettere ai giovani il ricordo e i valori fondamentali della vita hanno consentito di accumulare tesori preziosi per il Paese intero, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace.

In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente martoriate, e insieme i sentimenti di vicinanza ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant’Anna di Stazzema.

Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia.

Una spietata ferocia si accanì allora su bambini, donne, anziani inermi, spezzando sentimenti e speranze, oltraggiando i loro corpi, occultando ogni segno di umanità negli stessi aguzzini. A tanto può giungere la violenza, l’odio, la smania di dominio: questa memoria consegna alle nostre coscienze un monito che mai può essere cancellato.

Sta ora al nostro impegno e alle nostre responsabilità, personali e collettive, rafforzare nei tempi nuovi la cultura della vita, la pace tra uomini e popoli liberi, la solidarietà necessaria per dar vita a uno sviluppo davvero condiviso e sostenibile.»


Nessuna dichiarazione dalle forze politiche presenti in Parlamento.