Il barcone avvistato ieri dall'aereo Moonbird di Sea Watch è fortunatamente riuscito ad arrivare in acque italiane poco prima della mezzanotte. Le 268 persone stipate a bordo sono state soccorse da due motovedette della Guardia Costiera che le hanno poi trasferite a Lampedusa.

Questa è la buona notizia. Quella cattiva è che la Guardia Costiera, una volta terminata la quarantena, non ha permesso alla Sea-Watch 3 di riprendere il mare per una nuova missione di soccorso nel Mediterraneo centrale. Il motivo? Un fermo amministrativo in seguito ad una ispezione a bordo.

E tra le problematiche contestate alla Sea-Watch? Anche il fatto di avere a bordo troppi giubbotti di salvataggio!

Non è il primo fermo per una nave di una ong. Il 5 maggio, nei porti della Sicilia, sono state bloccate per fermo amministrativo la Alan Kurdi di Sea Eye e la Aita Mari di Proyecto Maydayterraneo. Dopo un mese e mezzo, le due navi si sono viste poi costrette a recarsi in Spagna per effettuare importanti lavori di adeguamento. 

Adesso con la Sea-Watch 3 è probabile che la storia si ripeta. 

L'Italia - il Governo giallorosso - con questo "sotterfugio" sembra aver trovato il modo per ostacolare l'attività di soccorso in mare delle navi umanitarie... alla stessa stregua di un Salvini qualunque. Un bel modo, per un governo che pretende di essere definito di sinistra, di differenziarsi dalle politiche simil fasciste dell'estremista di destra Salvini! Ma questo è quel che adesso accade.

Intanto, anche la Mare Jonio e la Ocean Viking non sono in mare aperto, perché, nonostante non avessero a bordo persone contagiate, è stato loro imposto di effettuare due settimane di quarantena. Dopo, anche per loro, ci sarà il fermo amministrativo?