«Facciamo il punto sul caso del rimorchiatore Vos Thalassa, con a bordo 12 lavoratori italiani, che aveva tratto in salvo oltre 60 migranti.
La nostra Guardia Costiera è stata chiamata dal comandante della nave ed è intervenuta per difendere l'equipaggio dalle minacce di morte perpetrate da alcuni dei migranti.
Il Vos Thalassa è una imbarcazione italiana e, come prevedono le norme in casi di pericolo per l'equipaggio, ha allertato Roma che è intervenuta con la nave Diciotti per difendere la vita del personale di bordo.
Adesso i responsabili delle gravissime minacce ne risponderanno, senza sconti, di fronte alla giustizia.
Noi salviamo le vite, ma nessuna deroga sul rispetto della legalità e sulla tutela degli italiani che fanno lavori delicati e rischiosi all'estero.»
Questa la dichiarazione del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per motivare il perché i 60 migranti soccorsi dal Vos Thalassa - stavolta ritornato ad essere rimorchiatore dopo che era diventato incrociatore - siano stati trasferiti sulla Diciotti, nave della Guardia Costiera italiana.
Qualcuno potrebbe pensare che la storia delle minacce sia tutta una commedia per giustificare il trasbordo da una nave commerciale italiana a cui il ministro dell'Interno aveva detto, pur non avendone competenza, che avrebbe vietato l'attracco in un porto italiano.
Eppure il vicepremier ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sullo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti non sembra voler cedere, nonostante l'incontro avuto con il presidente del consiglio Conte: «Se su quella nave c'è gente che ha minacciato ed aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera: quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese.»
Questa la dichiarazione di Salvini riportata dalle agenzie di stampa. Eppure il ministro dell'Interno dopo oltre un mese dall'aver assunto l'incarico dovrebbe sapere che la competenza sui porti e sugli sbarchi dipende dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Come al solito, incompetenza e arroganza sono strumenti della campagna elettorale ininterrotta da parte del ministro "itinerante" Salvini che va in giro per l'Italia promuovendo una presunta immagine di legalità e rigore che ormai, è evidente a tutti eccetto che agli entusiasti sostenitori della Lega, maschera la totale incapacità o impossibilità di questo governo a metter mano alle questioni economiche di cui aveva promesso che si sarebbe occupato in campagna elettorale.
Ma i migranti non votano e nessuno li ascolta. "Merce elettorale" nelle mani di un politico senza scrupoli e di un governo senza guida.