L'agenzia Reuters ha rivelato che la statunitense Maxar Technologies avrebbe acquisito immagini satellitari che dimostrano che la Russia stia continuando a rafforzare la presenza di proprie forze militari in Crimea e nella Russia occidentale nei pressi del confine con l'Ucraina. 

Le immagini satellitari pubblicate nella tarda serata di giovedì mostrano una base in Crimea piena di centinaia di veicoli corazzati e carri armati. Le immagini non sono antecedenti al 13 dicembre. Un'immagine satellitare della stessa base ripresa dalla Maxar lo scorso ottobre mostrava la stessa base, praticamente mezza vuota.

Secondo Maxar, quella presente in Crimea sarebbe una brigata, composta da diverse centinaia di veicoli corazzati che includono veicoli da combattimento della fanteria della serie BMP, carri armati, artiglieria semovente e equipaggiamento per la difesa aerea.

 Vladimir Putin, nella conferenza stampa di fine anno tenuta giovedì, parlando dell'Ucraina ha chiesto che i Paesi occidentali  forniscano garanzie alla Russia, accusando Kiev di preparare una terza operazione militare, manifestando la sua preoccupazione (irritazione) per un eventuale approdo dell'Ucraina all'interno della Nato.

Per questo, il Cremlino ha ribadito venerdì che si riserva il diritto di spostare le proprie forze sul territorio russo come meglio crede e che i Paesi occidentali stanno effettuando manovre militari provocatorie vicino ai suoi confini.

Inoltre, Putin oggi ha reso noto che la Russia ha effettuato con successo un lancio di prova del missile ipersonico Zircon, in base a quanto riportato dall'agenzia Sputnik.

Zircon, noto anche come 3M-22 Zircon, è un missile cruise ipersonico progettato per neutralizzare unità navali di grandi dimensioni, tra cui portaerei, incrociatori e cacciatorpediniere ed è in grado di intercettare obiettivi  ad una distanza non inferiore a 1.000 km di distanza, viaggiando a velocità vicine a Mach 9 e ad altitudini comprese fra i 30 ed i 40 km.

Per le sue performance, lo Zircon è ritenuto essere invulnerabile ai sistemi anti-aerei in uso sulle unità navali delle forze armate occidentali, poiché il lasso di tempo fra rilevamento, ingaggio e reazione sarebbe insufficiente ad imbastire una qualsiasi difesa.