«Nelle ultime quarantotto ore hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte. Ho letto anche i vostri tantissimi messaggi. Alcuni di incoraggiamento, altri che mi hanno fatto riflettere. E di questo vi ringrazio».

Così Di Maio ha introdotto la sua dichiarazione pubblicata sul blog grillino in cui prima difende quanto da lui fatto negli ultimi 12 mesi e poi chiede agli iscritti al Movimento che si esprimano sul suo ruolo politico.

Questa decisione arriva dopo quanto detto ieri su molti giornali in cui alcuni esponenti di primo piano dei 5 stelle si erano fatti portavoce di come, secondo loro, Di Maio avesse trasformato il movimento come una sorta di piattaforma a supporto di Salvini e della Lega.

Adesso Di Maio chiede che siano gli iscritti a decidere se sia lui a dover continuare o meno a ricoprire il ruolo di capo politico con una votazione che si terrà domani dalle 10 alle 20 sulla piattaforma Rossueau, che sverrà anticipata dall'analisi dell'esito del voto europeo insieme a tutti i parlamentari, in occasione di un'assemblea congiunta che si terrà nella serata odierna. Esperienza che nei prossimi giorni - a detta di Di Maio - sarà ripetuta con i neo parlamentari europei, con i consiglieri regionali e una rappresentanza dei consiglieri comunali e con i sindaci.

Evidentemente, il capo politico grillino dà per scontato che l'esito del voto degli attivisti sarà a suo favore... e come dargli torto, visto che SEMPRE gli iscritti al Movimento, curiosamente, hanno compattamente votato per ciò che piaceva ai vertici e al gestore della piattaforma su cui esprimono le loro preferenze.

E anche questa volta, c'è da esserne certi, l'esito della votazione pro Di Maio sarà scontato.

In ogni caso, che degli errori finora li abbia commessi, è lo stesso Di Maio a dirlo quando afferma che se il Movimento gli rinnoverà la fiducia «allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno».

Ed ha aspettato di dimezzare i consensi in un solo anno per capirlo?


Naturalmente, il più preoccupato delle sorti di Di Maio è il ministro dell'Interno Matteo Salvini che ieri sera lo ha difeso in tv nella trasmissione Quarta Repubblica : «Non mi piacciono quelli che attaccano il giorno dopo. Io difendo sempre i miei uomini. E difendo io il suo buon lavoro. Non sopporto quelli che cambiano bandiere a secondo della convenienza. Voglio soltanto che si facciano i fatti».

Di Maio ha troppi incarichi? «No, è persona corretta. Io spero che il governo vada avanti».

E vorrei proprio vedere che Salvini non difendesse Di Maio... uno così, dove lo ritrova? Persino Salvini sa che i 5 Stelle non lo sostituirebbero con Toninelli.


In questa incertezza del dopo voto, da sottolineare anche la dichiarazione di Paragone che, in un'intervista al Corriere, parla del futuro del Governo dichiarando che «se si va avanti, accettiamo quello che hanno detto gli elettori. Io non tradisco la mia identità, ma le chiavi di casa ora ce le ha Salvini. Bisogna dargli il Mef».

Finora Salvini ha fatto campagna elettorale scaricando scelte difficili e maggiori responsabilità sui 5 Stelle. Paragone, adesso, vorrebbe invertire la situazione affidando alla Lega il ministero in questo momento critico. Una mossa astuta per mettere la Lega in braghe di tela... il problema è che in braghe di tela finirebbe anche l'Italia.