La vicenda della nave Diciotti ormeggiata a Catania con 150 migranti trattenuti a bordo si conclude dopo 10 giorni con il seguente risultato: 20 migranti andranno all'Albania, 20 andranno all'Irlanda, 100 alla Cei ed un ministro, quello dell'Interno, indagato.

Prima di entrare nei dettagli, per onestà, una cosa bisogna riconoscerla... è un fatto oggettivo che non può essere smentito: da quando questa maggioranza è al governo del Paese non passa giorno che non ci sia una sorpresa e che non si assista a qualcosa di nuovo, di mai visto. Questo è realmente il governo del cambiamento!


A comunicare la svolta nella vicenda dei migranti a bordo della Diciotti è stato lo stesso ministro dell'Interno Salvini durante un comizio organizzato nella serata di sabato per la Festa della Lega in quel di Pinzolo, in provincia di Trento. Tra un'invettiva e l'altra, indossando a seconda della necessità la giacca da segretario di partito e quella da ministro, Matteo Salvini ha annunciato di aver "concesso" lo sbarco ai migranti trattenuti fino a quel momento sulla nave della Guardia Costiera italiana.

Successivamente, è arrivata conferma del via alle operazioni di sbarco anche da parte del presidente del Consiglio Conte, con il solito annuncio via social:



Oltre a ripercorrere la vicenda della Diciotti, Giuseppe Conte nel post ha anche precisato quali saranno le conseguenze, che in realtà vanno intese come ritorsioni, che l'Italia metterà in atto dopo che che l'incontro che si è svolto ieri a Bruxelles, in tema di immigrazione, si è concluso con un nulla di fatto.

«[Come Governo] siamo al lavoro per porre una riserva all’adesione dell’Italia al piano finanziario pluriennale in corso di discussione.

A queste condizioni, l’Italia non ritiene possibile esprimere adesione a un bilancio di previsione che sottende una politica così incoerente sul piano sociale. E’ questo il nostro contributo per far crescere l’Europa.

Non possiamo accontentarci di uno spazio comune di mercato, di un’aggregazione di Paesi che si ritrovano sulla base di meri interessi economici.»

Quindi, il mancato pagamento di parte del contributo dell'Italia al fondo dell'Unione annunciato da Di Maio, al momento si concretizza in un'astensione o in un voto contrario da esprimere in relazione al bilancio previsionale dell'Europa.


La cronaca della serata è stata arricchita anche dalla notizia, confermata dallo stesso Salvini, che la Procura di Agrigento lo ha indagato insieme al capo di Gabinetto del Viminale per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale, per aver privato illegittimamente della libertà personale i profughi soccorsi dalla nave Diciotti.

"La Procura di Agrigento - ha dichiarato in una nota a firma dello stesso procuratore Patronaggio - al termine dell'attività istruttoria compiuta, ha deciso di passare a notifica il fascicolo, iscrivendo due indagati e trasmettendo doverosamente i relativi atti alla competente Procura di Palermo per il successivo inoltro al tribunale dei ministri del capoluogo".

Una decisione in parte annunciata dallo stesso Salvini qualche ora prima, quando aveva scritto su Facebook il seguente commento:

«Il Procuratore di Agrigento ha chiesto ufficialmente i miei dati anagrafici. Per fare cosa???
Non perda tempo, glieli do io.
Matteo Salvini, nato a Milano il 9/3/1973, residente a Milano in via xxx, cittadinanza italiana.
Se vuole interrogarmi, o magari arrestarmi perché difendo i confini e la sicurezza del mio Paese, ne sono fiero e lo aspetto a braccia aperte!»


Potete immaginare come Matteo Salvini abbia commentato il suo rinvio a giudizio. Nel seguente video è possibile apprenderlo per intero:



Per chi si accontenti di un estratto, questi sono sono alcuni dei passaggi:

«Indagano un ministro che difende i confini del Paese. È una vergogna ma non ci fermeranno.
...
Cosa porti a casa? Che ti indagano. Aspetto con il sorriso il procuratore di Agrigento, voglio spiegargli le mie ragioni.
...
Aspetto un procuratore che indaghi i trafficanti e chi favoreggi l'immigrazione clandestina. Gli ricordo che gli scafisti comprano armi e droga che poi viene spacciata magari fuori dalle scuole dei nostri figli»... e via di questo passo.


Dopo la cronache di queste ultime ore, due considerazioni a margine. La prima riguarda i migranti.

Salvini aveva detto che mai sarebbero sbarcati in Italia. A parte quei quaranta che andranno all'estero e quelli fatti scendere sabato per ragioni sanitarie, i 100 di cui si occuperà la Conferenza Episcopale Italiana, dopo essere sbarcati in Italia rimarranno in Italia, nel caso sia riconosciuto loro lo status di rifugiati.

E poco importa che Salvini abbia sottolineato che, prendendoli in carico la Cei, sarà la Chiesa Italiana a pagare e non lo Stato. In realtà, chiunque sia minimamente informato, sa benissimo che la ripartizione delle scelte inespresse relative all'8x1000 finisca per essere un finanziamento indiretto da parte dello Stato alla Cei. Quindi, anche per i migranti della Diciotti, che Salvini lo sappia oppure no, più della metà del loro mantenimento sarà a carico dell'Italia!


L'altro aspetto è di natura politica. Sfruttando l'avviso di garanzia, il ministro dell'Interno si è scagliato contro il procuratore di Agrigento e, di conseguenza, contro la magistratura, arringando la folla nei confronti di entrambi. Un rappresentante delle istituzioni che ha il compito di guidare le forze dell'ordine che si scaglia contro un potere dello Stato. Come definire tutto ciò? Allucinante? Agghiacciante? In ogni caso, imbarazzante.

E proprio l'imbarazzo per il fatto che il ministro di un governo a guida 5 Stelle sia finito nel registro degli indagati per sequestro di persona deve aver gelato i vertici del Movimento che, al momento, non hanno fatto trapelare alcun commento in merito. Neppure il premier Conte ha detto qualcosa al riguardo.

Eh sì, l'imbarazzo deve essere insostenibile. Il Movimento della legalità va al governo e neanche dopo tre mesi il ministro dell'Interno di quel Governo finisce per essere inquisito dalla magistratura. E adesso che faranno i grillini? Andranno a correr dietro a Salvini urlandogli in faccia "onestà, onestà, onestà..."?

E che dire delle opposizioni che, tenendosi la pancia dal gran ridere per evitare di scoppiare di gioia, ogni minuto sventoleranno ai rappresentanti dei 5 Stelle il fatto che un ministro del Governo del cambiamento (e dell'onestà) è indagato per sequestro di persona!

Naturalmente, le opposizioni chiederanno - e giustamente, dal loro punto di vista - le dimissioni di Matteo Salvini da ministro dell'Interno. Oltre a masticare amaro, come si difenderà Luigi Di Maio? A chi si appellerà Alessandro Di Battista? A quale organizzazione imputerà il perfido complotto la senatrice Taverna?

Le alternative per i 5 Stelle rimangono due: quella di una crisi di Governo o quella di una figuraccia. E paradossalmente, qualunque delle due scelgano, a guadagnarci sarà sempre e comunque solo Matteo Salvini.