Oggi, il (post) camerata e primo trumpino d'Italia Matteo Salvini ha pubblicato il seguente post sul proprio profilo social: 

"Centodieci anni fa, il Genocidio armeno. Una ferita della storia. Una tragedia che costò la vita a un milione e mezzo di donne e uomini, vittime che chiedono giustizia e verità. Una memoria che non può e non deve essere dimenticata o ignorata, ma ricordata e tramandata ai nostri figli".

Questo "caso umano", incredibilmente senatore e addirittura ministro della Repubblica, pensa di fare una bella figura ricordando il genocidio degli armeni!

Questo "disgraziato" però, allo stesso tempo,applaude il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, descrivendolo come un pacifista, nonostante abbia inviato di recente un  carico spropositato di bombe allo Stato ebraico.

Con quelle bombe lo Stato ebraico sta radendo al suolo le tende della Striscia di Gaza - visto che gli edifici e le strutture sono ormai macerie - e continua a sterminarne i civili, bambini compresi, in quello che la Corte Internazionale di Giustizia ha valutato come possibile genocidio... un anno fa!

Rispetto a un anno fa le cose a Gaza sono peggiorate e lo sono anche in Cisgiordania. Per di più da oltre un mese l'esercito israeliano non solo bombarda i civili, ma impedisce l'ingresso nella Striscia di aiuti umanitari necessari alla sopravvivenza di oltre due milioni di persone.

Essendo un caso umano, lo svampito Salvini rammenta un genocidio di centodieci anni fa e fa finta di non accorgersi di un genocidio che è in corso... adesso. Un genocidio identificabile come tale in base a quanto scritto nella convenzione per il genocidio, le cui norme sono state messe nero su bianco perché la comunità internazionale impedisse il ripetersi di quanto accaduto anche agli armeni centodieci anni fa.

Ad onor del vero, non è il solo Salvini a far rivoltare lo stomaco per il menefreghismo su quanto sta accadendo a Gaza, ma la quasi totalità dei politici italiani. 

Un altro esempio? Ecco che cosa ha dichiarato oggi Pierferdinando Casini, una delle tante trottole che girano in Parlamento, alla trasmissione Mattino Cinque:

"Anche se erano evidenti le distanze tra Bergoglio e l’Amministrazione americana, soprattutto sul tema dei rifugiati, è molto significativa la decisione del presidente Usa e non può che rallegrarci.  Ciò che veramente mi suscita profonda indignazione è l’atteggiamento di Netanyahu: non tanto per la non partecipazione alle esequie, ma per il fatto che non abbia ritenuto nemmeno di inviare un messaggio di cordoglio alla Santa Sede. Vedo che sta crescendo anche nella comunità ebraica il disagio per questa scelta e ho condiviso le parole del Rabbino Di Segni, come sempre limpide e chiare. Il Papa ha sempre difeso i palestinesi e giustamente la popolazione civile di Gaza, ma non ha mai espresso sentimenti diversi dal rispetto e dall’amicizia nei confronti dello Stato di Israele. Non sono mai stato un estimatore di Netanyahu ma questo suo atteggiamento conferma che rappresenta uno degli ostacoli alla soluzione di un problema drammatico".

Quest'altro caso umano si è inorridito perché Netanyahu non ha inviato le condoglianze al Vaticano per la morte di Bergoglio. Invece non si è inorridito quanto Netanyahu ha massacrato quasi 200mila palestinesi (tra morti e feriti). Riguardo a quello non ha trovato niente da dire... forse per Casini, quasi certamente in piena sintonia con il rabbino Di Segni, tutto ciò è normale?