Almeno 68 migranti africani sono stati uccisi in un attacco aereo statunitense che ha colpito un centro di detenzione nello Yemen nordoccidentale, in un'area sotto il controllo degli Houthi. A riportarlo è il canale televisivo Al Masirah, vicino al gruppo armato sciita.

Secondo quanto riferito, l'attacco ha provocato anche 47 feriti, molti dei quali in condizioni gravissime. Immagini diffuse dalla tv mostrano scene agghiaccianti: corpi senza vita intrappolati sotto le macerie di un edificio sventrato. Secondo il Ministero degli Interni dello Yemen, il centro di detenzione ospitava 115 migranti africani.

L'esercito americano, fino a questo momento, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull'accaduto. La notizia arriva poche ore dopo che il Comando Centrale degli Stati Uniti aveva reso noto di aver colpito oltre 800 obiettivi nello Yemen dallo scorso 15 marzo, data in cui il presidente Donald Trump ha ordinato di intensificare le operazioni militari contro gli Houthi.

Il bombardamento di un centro di detenzione pieno di civili — e per di più migranti — solleva interrogativi pesanti sulla condotta americana nel conflitto yemenita, già teatro di una recente catastrofe umanitaria.


Questo è ciò che lo scorso 18 febbraio scriveva sui propri profili social il segretario della Lega di lui stesso remier, ministro dei Trasporti e vicepremier, Matteo Salvini:  "La svolta in Medio Oriente e l'avvio dei colloqui per la fine del conflitto in Ucraina lo confermano: sta facendo di più il Presidente Trump in poche settimane che l'ex Presidente Biden in quattro anni. Se riuscisse a riportare la Pace meriterebbe il Premio Nobel, altro che bullismo".

Da ricordare che, oltre a bombardare civili nello Yemen, Donald Trump ha inviato in Israele una fornitura di armi pesanti per miliardi di dollari, tra cui bombe usate dalle IDF per mettere in atto il genocidio a Gaza.