È arrivato al sesto giorno il problema incendi in Israele. Stavolta, però, i vigili del fuoco sarebbero riusciti a circoscrivere i roghi e ad avere la situazione sotto il loro controllo.
E questo anche grazie all'aiuto dei colleghi paestinesi. Nelle ultime ore, pompieri israeliani e palestinesi hanno circoscritto un vasto incendio a Nataf, vicino a Gerusalemme.
I vertici delle istituzioni israeliane continuano, nel frattempo, a sostenere che gli incendi - nella maggior parte dei casi - siano di origine dolosa, tanto che la polizia israeliana ha arrestato per tale motivo 23 persone - di origine palestinese - senza però fornire dettagli riguardo le accuse per almeno metà di loro.
Il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha dichiarato che almeno 17 degli incendi che hanno devastato Israele nei giorni scorsi sono stati sicuramente di origine dolosa, senza però specificare quali. Naturalmente, il dolo è da attribuire ai palestisnesi.
Per tale motivo, Lieberman ha dichiarato che la risposta migliore a quanto è accaduto è quella di espandere gli insediamenti.
Intanto, il presidente dela Commissione Giustizia della Knesset, Habayit Hayehudi MK Nissan Slomiansky appartenente al partito sionista religioso La Casa Ebraica, ha annunciato una norma che preveda una pena di almeno 3 anni per chi procuri un incendio doloso, oltre alla facoltà per il giudice di imporre una multa di carattere punitivo.
Per quanto riguarda il supporto alla popolazione colpita dagli incendi, il primo ministro Netanyahu, durante una sopralluogo ad Haifa, ha promesso interventi ad hoc per consentire la ricostruzione rapida degli edifici distrutti.
Ed in questo clima, va riportata la notizia diffusa dall'agenzia NENA news di un palestinese ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze israeliane al checkpoint del campo profughi di Shuafat, a Gerusalemme, accusato di aver tentato di accoltellare le guardie presenti, secondo la versione del portavoce della polizia Micky Rosenfeld, che ha anche detto che nessun soldato o poliziotto israeliano è rimasto ferito.
Mohammad Nabil Zeidan, il palestinese ucciso, aveva 13 (tredici) anni!