Il fancazzismo, derivato dall'espressione fancazzo ("non fare un cazzo") con l'aggiunta del suffisso -ismo, secondo Treccani, indica il non far niente, l'infischiarsene di tutto, compreso il proprio lavoro.

Treccani cita anche degli esempi dove tale termine è stato utilizzato sulla stampa: "Ultima grande famiglia è la Lega Nord, tutta unita dietro il Senatur. Ma anche nel petto del leghista batte un cuore e la truppa si divide fra «celoduristi» e «governativi» anche se c'è chi sostiene che il «celodurismo», spesso, nasconde una buona dose di «fancazzismo». (Beppe Minello, Stampa, 2 febbraio 2008, p. 59, Cronaca di Torino)".

Il fancazzismo, evidentemente, deve essere un elemento di base del leghista doc. Infatti, dopo 11 anni, ne ritroviamo testimonianza nella quotidiana "attività" del suo attuale segretario, Matteo Salvini.

Attualmente Salvini, oltre ad essere segretario della Lega, ricopre anche gli incarichi di senatore, vicepremier e ministro della Repubblica. In base a ciò, il suo attuale stipendio, pagato dagli italiani - tutti gli italiani, compresi anche quelli che lui quotidianamente insulta - si aggira intorno ai 15mila euro. I componenti del Senato guadagnano ogni mese 14.634,89: all'indennità mensile lorda di 11.555 euro (al netto la cifra è di 5.304,89 euro), si aggiungono una diaria di 3.500 euro, un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro e 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari fra telefoni e trasporti. A quanto sopra riportato si aggiungono anche le indennità di funzione.

Il senatore Salvini, però, al Senato lo vedono raramente. E questo è comunque giustificabile con il fatto che sia impegnato al Viminale, essendo anche ministro dell'Interno. Il problema, però, è che Salvini non lo vedono mai neppure al Viminale.

Il motivo? È sempre in giro, sia all'estero che in Italia. Ben che vada, in alcuni casi fa coincidere l'attività istituzionale (anche se di non sua competenza come accaduto in alcuni viaggi all'estero e non solo) con eventi promozionali o comizi per pubblicizzare se stesso, e/o candidati della Lega impegnati in appuntamenti elettorali.

Elenchiamo gli esempi più recenti.

Il 5 giugno Salvini è alla Caserma dei Carabinieri di Ascoli Piceno per un appuntamento istituzionale, poi però, sempre nella stessa città, è impegnato come segretario della Lega alle 10:55 in Via Recanati, alle 12:00 in Piazza Arringo, alle 12:30 presso il Chiostro di San Francesco.

Sempre per motivi personali, alle 16:00 Salvini lo ritroviamo a Foligno in Piazza della Repubblica, alle 18:30 a Marsciano (Perugia) e alle 21:00 in Piazza della Repubblica a Orvieto.

Un caso? Assolutamente no. Infatti, per tutto il 4 giugno Salvini - sempre per motivi non istituzionali - è stato a Castelfranco Emilia (Modena), Mirandola (Modena), Ferrara, Argenta (Ferrara), Cesena, Forlì.

Il 3 giugno, dopo aver inaugurato un tratto della Pedemontana Veneta (anche se non si capisce perché si sia occupato di presenziare ad un evento a cui avrebbe dovuto partecipare il ministro delle Infrastrutture), sempre per motivi propri, legati alla propaganda di partito, Salvini è stato a Valdagno (Vicenza), San Bonifacio (Verona), Porto Mantovano (Mantova) e Cremona.

In questi appuntamenti, che si sono svolti in giorni lavorativi e in gran parte in "orario d'ufficio" Matteo Salvini, pur pagato profumatamente con i soldi di tutti gli italiani, ha utilizzato il suo tempo per promuovere se stesso e la Lega, oltretutto insultando la maggioranza degli italiani che non è ancora stata sedotta dalla sua propaganda.


Nel fancazzismo che lo caratterizza, ironicamente, va ricordato che Matteo Salvini è pure ampiamente supportato dal Movimento 5 Stelle, che oltretutto viene anche danneggiato elettoralmente da ciò che a Salvini permette di fare.

Per rendere ancora più comico il tutto bisogna anche aggiungere l'impegno dei pentastellati in relazione al Piano per l'efficienza della PA, tra i cui pilastri vi è anche la lotta contro i "furbetti del cartellino", con il superamento del vecchio badge con tecnologie biometriche per imprimere un giro di vite contro l'assenteismo nel pubblico impiego.

In pratica, un dipendente di una amministrazione pubblica che guadagna 1500 euro al mese se non lavora deve essere punito, mentre un ministro che ne guadagna 15mila può essere perennemente assenteista, senza che nessuno abbia niente da rimproverargli... e non bisogna  dimenticare che c'è pure gente disposta a votarlo per non far nulla.

Da ricordare, infine, che tutto questo è promosso dal "cambiamento" che doveva combattere i privilegi della casta.