Durante la campagna elettorale per le europee, Salvini - e non solo lui, a dire il vero - ha continuato a parlare soprattutto di politica interna, dicendo che cosa ha fatto e che cosa vuol fare nei prossimi mesi di Governo. Uno dei temi su cui il ministro leghista batte e ribatte è la flat tax, come dimostra l'ennesima dichiarazione rilasciata questo venerdì:

«La mia intervista di questa mattina a QN: la vera emergenza è il taglio delle tasse, per far tornare a correre l’Italia serve la flat tax e uno shock fiscale alla Trump. Sono convinto che con tassazione più bassa e burocrazia più semplice in tanti correranno ad investire nel nostro Paese, che ha gli imprenditori e i lavoratori migliori al mondo».

E allora andiamo a vedere, a proposito della flat tax, se le cose stanno come ci dice Salvini.

Per prima cosa, per applicare la flat tax "alla Trump", Salvini deve modificare l'articolo 53 della Costituzione nel passaggio in cui recita che "il sistema tributario è informato a criteri di progressività".

Quindi, senza prima aver fatto una riforma della Costituzione la flat tax alla Trump, Salvini non la può fare.

Chiarito questo punto, non certo secondario, possiamo passare agli altri.

Negli Stati Uniti, la spesa sociale è ridotta ai minimi termini: per sanità e istruzione pubblica l'America spende pochissimo e, in proporzione, non certo quanto l'Italia.

La flat tax, prima di Trump, è stata messa in atto dall'amministrazione Reagan. Qual è stata la conseguenza? Reagan iniziò ad aumentare progressivamente, negli anni successivi del suo mandato, l'aliquota di base da cui era partito. Nonostante ciò, dopo 8 anni della sua presidenza il debito pubblico americano era aumentato del 20%.

Trump ha ripristinato la flat tax ed il debito pubblico americano, solo nel 2018, è aumentato del 17%. Quest'anno il debito americano sta continuando a correre ed ha già raggiunto livelli mai toccati in precedenza. Ci sarà in futuro un'inversione di tendenza? Dall'amministrazione Trump dicono che questo accadrà alla fine dell'eventuale secondo mandato dell'attuale presidente. In pratica, Trump lascia la patata bollente ad altri.

Quindi se la flat tax alla Trump, come la definisce Salvini, genera un deficit simile in così breve tempo in un Paese che ha una spesa sociale ridotta ai minimi termini, quali potrebbero essere le conseguenze di una sua applicazione sul bilancio italiano? Probabilmente peggiori.

Infatti, Salvini si dimentica di dire che il debito pubblico italiano è di oltre il 130% del Pil. Nel caso la flat tax venga applicata questo aumenterà ulteriormente, facendo aumentare la spesa degli interessi già elevatissima. A quel punto come reagirebbero i mercati? Fin dove arriverebbe lo "spread"? Salvini non lo dice e si guarda bene dallo spiegarcelo.


In compenso, Salvini ci porta ad esempio l'Ungheria, altro Paese dove viene applicata la flat tax, dicendo che lì la crescita del Pil ha superato il 5%. È vero. Il Pil in Ungheria viaggia su quel livello e la tassazione ad aliquota unica per le imprese è al 9% e per le famiglie al 15%.

Allora la flat tax funziona?

Anche in questo caso ci sono alcune cose che Salvini si guarda bene dal dire. Innanzitutto, l'Ungheria non è l'Italia. Il reddito delle persone è più basso e l'amico (almeno per Salvini) Orban utilizza i fondi europei per far venire le imprese di altri Paesi - anche italiane - a produrre in Ungheria, dove pagheranno poche tasse e spenderanno meno per gli stipendi dei dipendenti. E a proposito di quest'ultimo punto va ricordata la recente legge con cui Orban ha esteso il numero di ore di straordinario consentite alle imprese che oltretutto hanno tempo addirittura tre anni per pagarle!

Già da questo, si può capire come la crescita del Pil ungherese superiore al 5% sia finanziato oltre che dalla flat tax, anche, in parte, dal nostro Paese, come dagli altri contributori netti della Ue, oltre che da condizioni di lavoro non certo auspicabili anche in Italia.

Ma non è finita qua. Quello che Salvini non dice quando esalta la flat tax dell'Ungheria è che in quel Paese l'Iva è al 27%, la più alta in Europa. Pertanto, quello che gli ungheresi non pagano sul reddito, lo hanno già pagato quando acquistano un qualunque prodotto.


Adesso che i fatti sono stati esposti, chi lo desidera può continuare a sostenere Salvini e a credere a tutto ciò che dice, sempre senza fornire prove e spiegazioni.