Sì, questa osservazione di Sabrina Ferilli riflette una crescente autocritica all'interno di alcuni settori della sinistra italiana. Negli ultimi anni, varie figure del mondo dello spettacolo e dell'intellettualità – come appunto la Ferilli – hanno manifestato una certa delusione nei confronti di un progressismo percepito come troppo distaccato dalle reali preoccupazioni delle persone comuni.

Questa critica si riferisce spesso alla percezione che la sinistra si concentri su battaglie più "di principio" o su temi che risultano lontani dal quotidiano della gente, trascurando problemi concreti come il lavoro, il costo della vita e la sicurezza economica.

In Italia, questo distacco è stato evidenziato più volte in varie tornate elettorali, con molti elettori che scelgono alternative populiste o di destra, anche in risposta alla percezione che le élite di sinistra non rappresentino più gli interessi del popolo.

Ferilli non è la prima a sottolineare questo divario, ma la sua voce ha una risonanza importante anche perché si tratta di una figura pubblica amata e percepita come “autentica”, vicina alla realtà.