L'homo homini lupus che richiama Hobbes è il tema centrale della catechesi di Francesco nell'udienza di questo mercoledì, tenuta nell'Aula Paolo VI, titolata San Giuseppe, migrante perseguitato e coraggioso.

La strage degli innocenti, un episodio che non trova riscontro in alcuna fonte storica, è il motivo della fuga in Egitto della Santa Famiglia. Erode, ricorda il Papa,  "è il simbolo di tanti tiranni di ieri e di oggi. E per loro, per questi tiranni, la gente non conta: conta il potere, e se hanno bisogno di spazio di potere, fanno fuori la gente".

Succede anche oggi: non dobbiamo andare alla storia antica, succede oggi.

"È l'uomo che diventa “lupo” per gli altri uomini. La storia è piena di personalità che, vivendo in balìa delle loro paure, cercano di vincerle esercitando in maniera dispotica il potere e mettendo in atto disumani propositi di violenza. Ma non dobbiamo pensare che si vive nella prospettiva di Erode solo se si diventa tiranni, no! In realtà è un atteggiamento in cui possiamo cadere tutti noi, ogni volta che cerchiamo di scacciare le nostre paure con la prepotenza, anche se solo verbale o fatta di piccoli soprusi messi in atto per mortificare chi ci è accanto. Anche noi abbiamo nel cuore la possibilità di essere dei piccoli Erode".

E chissà come hanno fischiato le orecchie dei tanti sovranisti che in Italia e non solo spacciano come verità a degli sprovveduti, per pure convenienza elettorale, la bugia che il migrante sia il loro primo nemico.

"Erode e Giuseppe - prosegue Francesco - sono due personaggi opposti, che rispecchiano le due facce dell'umanità di sempre. È un luogo comune sbagliato considerare il coraggio come virtù esclusiva dell'eroe. In realtà, il vivere quotidiano di ogni persona – il tuo, il mio, di tutti noi – richiede coraggio: non si può vivere senza coraggio! Il coraggio per affrontare le difficoltà di ogni giorno. In tutti i tempi e in tutte le culture troviamo uomini e donne coraggiosi, che per essere coerenti con il proprio credo hanno superato ogni genere di difficoltà, sopportando ingiustizie, condanne e persino la morte. Il coraggio è sinonimo di fortezza, che insieme alla giustizia, alla prudenza e alla temperanza fa parte del gruppo delle virtù umane, dette “cardinali”.La lezione che ci lascia oggi Giuseppe è questa: la vita ci riserva sempre delle avversità, questo è vero, e davanti ad esse possiamo anche sentirci minacciati, impauriti, ma non è tirando fuori il peggio di noi, come fa Erode, che possiamo superare certi momenti, bensì comportandoci come Giuseppe che reagisce alla paura con il coraggio di affidarsi alla Provvidenza di Dio. Oggi credo ci voglia una preghiera per tutti i migranti, tutti i perseguitati e tutti coloro che sono vittime di circostanze avverse: che siano circostanze politiche, storiche o personali. Ma, pensiamo a tanta gente vittima delle guerre che vuole fuggire dalla sua patria e non può; pensiamo ai migranti che incominciano quella strada per essere liberi e tanti finiscono sulla strada o nel mare; pensiamo a Gesù nelle braccia di Giuseppe e Maria, fuggendo, e vediamo in Lui ognuno dei migranti di oggi. È una realtà, questa della migrazione di oggi, davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi. È uno scandalo sociale dell'umanità".

Lo scandalo sociale che diventa propaganda elettorale. Lo scandalo sociale di cui tutti conoscono i motivi, che non riguardano certo solo l'Italia, ma che nessuno fa nulla per correggere: lo sfruttamento delle risorse e le guerre ad esso collegate con la vendita delle armi, legano a doppio filo rifugiati e migranti economici, a cui tra breve si uniranno i migranti climatici. Ma è più semplice e conveniente promuoversi come paladini della difesa dei "compatrioti" nel respingere chi ha bisogno di aiuto, invece di adoperarsi per risolvere i problemi ed evitare che ci siano sempre più persone che chiedano aiuto.