Sabato 6 aprile, Juan Guaidó organizza l'ennesima manifestazione contro il regime di Maduro, per chiedere le dimissioni del presidente in carica. Operación Libertad è il titolo che le è stato assegnato.

Ed immancabile, in perfetta sintonia, arriva dall'amministrazione Trump il supporto all'iniziativa di Guaidó con l'annuncio di nuove sanzioni e di nuove dichiarazioni contro il governo venezuelano.

È stato il vicepresidente Pence, in un evento a cui ha partecipato venerdì in Texas, ad informare che gli Usa hanno individuato alcune compagnie di navigazione, cui, da adesso in poi, impediranno il trasporto di greggio venezuelano verso Cuba.

Per Pence, Maduro si mantiene al potere anche grazie a Cuba. Con questo provvedimento, che causerà ulteriori disagi al popolo venezuelano, gli Usa sono convinti di rendere così più instabile il potere del presidente in carica, in modo da favorirne le dimissioni. 

"Tutte le opzioni sono sul tavolo", ha dichiarato Pence. "Non resteremo a guardare mentre il popolo venezuelano soffre sotto la dittatura e l'oppressione. E Nicolas Maduro farebbe bene a non mettere alla prova la determinazione degli Stati Uniti d'America".

Nel frattempo, Maduro utilizza i disagi che i venezuelani devono affrontare addossandone la colpa agli Stati Uniti e a Guaidó. I blackout del sistema di distribuzione dell'elettricità, secondo Caracas, sono stati causati da una serie di "sabotaggi", la cui responsabilità sarebbe da attribuire agli Stati Uniti.Il governo vi sta ponendo rimedio, adottando misure che impediscano nuove interruzioni in futuro. La continuità della fornitura di energia elettrica garantisce, fra l'altro, anche l'erogazione dell'acqua potabile.

In realtà, la strategia di Guaidó e dell'amministrazione Trump, volta ad indebolire il regime di Maduro aumentando i già numerosi problemi che affliggono il Venezuela, non fa che incrementare il sentimento nazionalistico e anti-Usa nella popolazione e nell'esercito, ottenendo così un effetto contrario a quello sperato.