Martedì, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato Imad Mona, proprietario della Libreria scientifica situata in via Salah al-Din, nel cuore della Gerusalemme occupata. Lo ha confermato il governatorato di Gerusalemme, denunciando l'irruzione durante la quale Mona è stato prelevato e condotto via per essere interrogato. L'episodio si inserisce in un contesto di crescente pressione sulle istituzioni culturali palestinesi nella città da parte delle autorità dello Stato ebraico.  

La Libreria scientifica, fondata 38 anni fa, è da tempo un punto di riferimento per studiosi, studenti, giornalisti e diplomatici, non solo a Gerusalemme ma in tutta la Palestina. Con un vasto patrimonio librario che include testi sulla storia e l'identità palestinese, la struttura ha vinto nel 2011 il premio come migliore libreria del Paese ed è stata classificata dalla Lonely Planet e dalla BBC come terza migliore del Medio Oriente.  

Tuttavia, negli ultimi mesi, l'istituzione è finita nel mirino delle autorità israeliane. Già lo scorso mese, un raid aveva portato al sequestro di una raccolta di libri dedicati alla Palestina e all'arresto dei fratelli Mona - i figli di Imad, la biblioteca è di proprietà della famiglia - accusati di "disturbo dell'ordine pubblico" e vendita di "libri provocatori".  

L'arresto di Imad Mona riaccende i riflettori sulle tensioni legate al controllo israeliano su Gerusalemme Est, occupata dal 1967. Le autorità palestinesi e attivisti internazionali denunciano da anni una sistematica campagna per erodere la presenza culturale e storica palestinese nella città, attraverso chiusure di istituzioni, confische e arresti.  

"Alle 11:15  – ha raccontato Ahmad Muna ad Haaretz – la polizia è arrivata al negozio e i miei genitori erano lì in quel momento. La  polizia ha chiesto le licenze e ha esaminato i libri contabili. Sono arrivato ma non mi hanno lasciato entrare. Hanno esaminato i libri, hanno accatastato una pila di libri che poi hanno preso. Tra i libri sequestrati, ha precisato Muna, figurano opere dell'artista britannico Banksy, del linguista Noam Chomsky e dello storico Ilan Pappé. Dopo un'ora, hanno arrestato mio padre, hanno detto a mia madre di chiudere il negozio e hanno preso la chiave. Non ci hanno detto a quale stazione di polizia stavano portando mio padre".

La Libreria scientifica, con i suoi riconoscimenti internazionali e il ruolo di "hub intellettuale", rappresenta un simbolo di resistenza non violenta. La sua storia, però, sembra sempre più intrecciata con quella di una comunità costretta a difendere il proprio diritto alla memoria e alla conoscenza. Mentre Imad Mona rimane in detenzione, studenti e accademici lanciano appelli per la sua liberazione, sottolineando come l'accesso alla cultura non debba essere criminalizzato.