Il capo politico dei 5 Stelle, non essendo né di destra, né di sinistra - come è solito dire - ha risposto da perfetto democristiano all'ennesima polemica di giornata, che stavolta ha coinvolto il "solito" ministro dell'odio in un botta e risposta a distanza con il presidente della Camera Roberto Fico che aveva avuto l'ardire, se non addirittura la sfacciataggine, di affermare che il 2 giugno è anche la festa di migranti e rom.
«Oggi è la festa di tutti i cittadini italiani - ha detto Di Maio - soprattutto di quelli che hanno perso la pazienza, che aspettano risposte, che non ne possono più di parole ma che si aspettano fatti, fatti concreti!
Una festa che ci deve unire tutti. E io sto con gli uomini e le donne, civili e militari, che credono nell'Italia e nei suoi valori democratici.
Invece anche il 2 Giugno si è trovato il modo di fare polemica, per di più davanti ai nostri soldati. È incredibile. Anziché scambiarsi attacchi e provocazioni ogni volta, la politica e le istituzioni devono fare per il Paese e per la sua gente, non parlare continuamente.
Viva la Repubblica!
Viva l'Italia!»
A chi siano rivolte con esattezza le parole di Di Maio non è possibile capirlo. Comunque, però, è arrivata più tardi anche la risposta al ministro dell'odio da parte di Roberto Fico che ha ricordato a Salvini (e a Di Maio) che cosa dice la Costituzione su cui tutti e tre hanno giurato:
«Sono orgoglioso di onorare e servire la Costituzione Italiana. La Costituzione su cui hanno giurato tutti i Ministri della Repubblica.
La Repubblica che festeggiamo oggi riconosce, garantisce e tutela i diritti fondamentali dell'uomo. Di ogni uomo.
Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali […]»
Il guaio per Fico, e per l'Italia, è che molto probabilmente né Salvini né Di Maio hanno letto la Costituzione e se lo hanno fatto, di certo, non hanno capito quel che vi è scritto.