Sul tema dell’onestà intellettuale ho scritto parecchio. So che non può essere mai abbastanza rispetto ai tempi che viviamo, ma non direi mai che possa esistere una buona ragione per evitare di applicare questo sacro principio. Posso tranquillamente sbagliarmi. Forse, però, non oggi; perché il tema è serio ma al contempo banale. E’ un qualcosa che a mio parere nasce per distrarre o per creare una fanciullesca trappola a chi è prono a fanatismi o si atteggia a un “fichissimo” progresso che vive solo nella sua mente. E si finisce, come di consueto, per favorire la perdita di consensi fossilizzandosi in una nicchia di pensiero antipatica e minimamente supportata.

C’è dunque tutto: delitto, movente e vittima. Attorno, un particolare dell’affresco di Piero della Francesca, la “Madonna del parto”, che accompagna quest’articolo e che per alcuni sarà anche a tema con la maternità surrogata. Non volevo deludere nessuno.

Ho ascoltato e letto con attenzione tutti i pareri espressi su questo tema, e in generale qualunque altro sistema di generazione della vita in cui viene utilizzato patrimonio genetico di terzi. Nel loro insieme, li chiamerei: sistemi di procreazione alternativa, da non confondere con la “procreazione assistita” all’interno della coppia, che non dà luogo a implicazioni rilevanti. Ho posto anche delle domande in qualche forum, profilo social, e simili. Spesso in coda ad articoli che sembravano avere le idee chiarissime, liquidando il fenomeno come «E’ il mondo che cambia; è tutto normale; chi lo nega è bigotto». Ho atteso risposte, ma non ho ricevuto nulla.

E non ho neanche letteratura da consultare su questo tema così “progressista”.

Cerco sempre di invalidare qualunque tesi - specie le mie - perché il principio di falsificazione di Popper è sempre stato il mio faro, così come il Rasoio di Occam. E qui mi riferisco alla mia decisa contrarietà ai sistemi di procreazione alternativa, per le ragioni che sintetizzai in un articolo dello scorso anno: Il diritto di essere genitore. Ma le riassumerò anche qui.

Ciò che ho acquisito in questi ultimi giorni, non-risposte comprese, non mi ha consentito di elaborare tesi alternative. Ma sarebbe anche più corretto dire: ciò che non ho acquisito. Poiché gli argomenti di chi sarebbe favorevole alla procreazione alternativa sono semplicemente inesistenti, e si limitano a quelle affermazioni che ho indicato in premessa. Nessun dato scientifico, studio psicologico, analisi delle ricadute genetiche, valutazione etica. Il buio totale.

Chi è favorevole sembra farlo solo per fare un dispetto a un tema (vecchio e accettato) rispolverato dalla destra con l’intenzione di inasprirne il divieto. E’ chiaro che le dichiarazioni di questi ultimi, come quella dell’equiparare il reato di pedofilia alla maternità surrogata, siano ridicole e irricevibili, facendo saltare i nervi a chiunque (e probabilmente per distrarre da altri temi spinosi). Ma da qui a porsi sull’altro estremo della questione, dichiarandosi ciecamente a favore, ce ne corre. No?!

Certe volte immagino questi estremismi tra destra e sinistra come due orsi gravemente obesi in sella sugli estremi di un’altalena a dondolo, e a forza di saltare con il loro grasso deretano sui rispettivi sedili per disarcionare l’antagonista, finiscono con lo spezzare l’asta sul perno centrale. E l’ultimo a saltare si farà indubbiamente più male.

Fermarsi al problema pregnante non sembra possibile; e fermarsi cioè a questo ipotizzato giro di vite penalistico che vorrebbe imporre il governo (trappola o realtà?). Un tema sul quale si potrebbe comunque discutere e capire se vi sia effettivamente un bene giuridico tutelabile ex ante (a priori), idoneo a far scattare anche un ipotetico “reato di pericolo” atipico, ossia una sorta di prevenzione dai danni esistenziali che potrebbe patire il bambino che poi diventa adulto e consapevole.

Non banalizzerei questa riflessione giuridica, e ancor prima etica (assumiamo che il governo sia pure in buona fede), Nessuno ha la verità in tasca; e pur censurando gli estremismi di chi fa paragoni con altri reati (l’ho già scritto sopra) non si può negare che il dubbio è lecito e va esplorato. Questo potrebbe dire l’essere veri “progressisti”, altrimenti si appare solo bastian contrari con la mente chiusa (e intrappolati, se trappola è!).

L’idoneità della questione si àncora alla sussistenza del problema etico, psicologico e genetistico, che nessuno degli oppositori “a sinistra” (favorevoli alla procreazione alternativa) ha saputo sinora argomentare. Quindi il problema vive, come le argomentazioni contrarie che ora riassumo come promesso.

E’ un problema genetistico, perché individui così generati possono in futuro incontrarsi, innamorarsi, e procreare con possibili alterazioni scientificamente note tra “consanguinei” (c’è stato già qualche caso di cronaca). D’altra parte, non porsi il problema in quanto ipotesi comunque rara per il fatto che si tratterebbe di una piccolissima minoranza, non è soluzione accettabile. Creare questioni di pericolo per la salute, seppur rare, non è mai accettabile se può essere evitato. E va da sé che non sarebbe sufficiente “catalogarsi” come nascituri alternativi, perché scoprire di essere parenti quando si hanno in mente progetti romantici eviterebbe eventuali danni fisici ma non quelli altrettanto duri di dover rinunciare a un progetto di vita.

E’ un problema psicologico, perché l’individuo così generato diventa adulto consapevole, e può non voler accettare una simile soluzione per venire al mondo. Come tanti contrari, anche per solo “istinto” - verosimilmente la maggioranza - non si vede perché anche quest’individuo non debba appartenere a tale corrente di pensiero, che non lo salva dall’essere individuo unico e irripetibile solo per diversa educazione/provenienza. Se così fosse, dovremmo convincere anche i tantissimi individui adottati a non restarci male per l’intera loro esistenza con le ossessive domande: «Ma chi era mia madre/padre… perché ho gli occhi azzurri… chi erano i miei ascendenti… perché ho questa tendenza e non quest’altra… chissà se…», banali domande esistenziali che si pongono tutti. A loro finora abbiamo detto: «Bisogna accettare e darsi pace». Per delle ragioni - allo stato ignote - si dovrebbe fare in modo che tali pulsioni cognitive e naturali vengano in qualche modo modificate, per esempio facendo in modo che l’individuo accetti, ad un certo punto, di conoscere il terzo che lo ha generato e limitarsi al soddisfacimento di qualche sua curiosità. E per quale ragione dovremmo porre una questione così complicata all’esistenza di qualcuno?

E’ un problema etico, perché quando si individuano problemi così evidenti come quelli visti sopra, e per essi non si forniscono soluzioni ragionevolmente incontrastabili a garanzia - nel caso - della nuova vita che si vuole generare con i sistemi alternativi in parola, si profila una violazione delle norme morali universali che descrivono l’uomo e la sua natura. Chiaramente a questi problemi generali dovremmo poi aggiungere altre casistiche, come la commissione della gestazione a pagamento (la maggioranza dei casi); l’atto puramente egoistico di ricercare una propria impronta genetica in luogo dell’adozione; lo scartare l’adozione stessa come soddisfacimento del desiderio genitoriale e salvezza di bambini abbandonati; e altre su cui mi pare a tal punto inutile dilungarsi. La carne al fuoco è già parecchia.

Nella quasi totalità dei casi, chi ricorre a sistemi di procreazione alternativa è riferibile ai ceti sociali medio-alti, e tra loro molti personaggi pubblici e famosi che spingono il tema verso una dimensione di “progresso naturale”, quale non è. E’ di tutta evidenza che questa faccenda non ha nulla a che vedere con il progresso. La maternità surrogata si poteva fare già all’età della pietra. Oggi si aggiunge solo la possibilità di poterlo fare senza la partecipazione attiva del partner che vuol porre la sua impronta genetica (o di entrambi i partner, nel caso di coppie etero). Non è nemmeno progresso intellettuale, poiché manca ogni genere di letteratura filosofica e scientifica che l’abbia in qualunque modo teorizzato o proposto. E’ un’ipotesi. Questo sì. E come tale, prima di diventare altro, va esplorata e deve superare gli ostacoli fin qui argomentati.

Quindi anche parlare di “progresso” è totalmente fuori luogo.

Bene. Oggi mi è toccato “difendere” il governo. Non vorrei chiudere questa riflessione perturbandola con delle più nette spigolature. Però sono onestamente turbato, e almeno questo permettetemi di dirlo. Non caschiamo in questi “tranelli” forse nemmeno architettati (a volte vengono naturali…). Immaginate come strida orribilmente lo stracciarsi le vesti per le politiche immorali che opprimono i più deboli, mentre poi si tollera allegramente la tratta sul più debole in assoluto - il bambino! - con il suo concepimento per commissione.

Si faccia pace con sé stessi.


📸 base foto: “Madonna del parto” (1455-1465), Piero della Francesca, dalla cappella di S.M. di Momentana, presso Museo di Monterchi