Un'importante pietra miliare è stata raggiunta all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IFO): per la prima volta è stata eseguita con successo una mastectomia nipple-sparing completamente endoscopica, con ricostruzione immediata mediante protesi. Un intervento all’avanguardia, che apre una nuova fase per la chirurgia del tumore mammario, ponendo al centro mininvasività, efficacia oncologica e qualità della vita.
L’operazione, realizzata da un team multidisciplinare guidato da Claudio Botti, direttore della Chirurgia senologica, in collaborazione con la chirurgia plastica ricostruttiva diretta da Roy De Vita, ha rappresentato un perfetto esempio di integrazione tra oncologia e ricostruzione estetica. L’approccio endoscopico, finora inedito nel panorama regionale, ha consentito di ridurre sensibilmente le dimensioni delle incisioni (3-4 centimetri, circa la metà rispetto alle tecniche tradizionali), mantenendo intatti pelle, areola e capezzolo.
La protesi viene inserita immediatamente, attraverso la stessa incisione, offrendo numerosi vantaggi: meno dolore post-operatorio, recupero più rapido, miglior conservazione della sensibilità e un risultato estetico superiore, elementi fondamentali per il benessere psico-fisico delle pazienti.
La tecnica si avvale di uno strumento ottico con telecamera e luce integrata, rappresentando un passo avanti nella chirurgia mammaria mininvasiva. Ma l’obiettivo dichiarato è ancora più ambizioso: adottare la tecnologia single port, ovvero un unico accesso chirurgico per tutti gli strumenti necessari. Questo approccio ridurrebbe ulteriormente l’impatto dell’intervento, rendendo le cicatrici quasi invisibili e migliorando ulteriormente la qualità della ricostruzione.
L’innovazione non è fine a sé stessa. Si inserisce infatti in un percorso clinico strutturato e consolidato presso l’IFO, dove ogni anno vengono eseguiti circa 600 interventi senologici. Si stima che circa il 15% di questi potrà beneficiare della nuova tecnica, soprattutto nei casi di diagnosi precoce, pazienti giovani o con predisposizione genetica.
“Abbiamo raccolto questa sfida con entusiasmo – afferma Claudio Botti – perché unisce sicurezza oncologica e attenzione all’aspetto psico-fisico, elementi cruciali per una chirurgia senologica moderna e rispettosa della persona”.
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha definito l’intervento “una pietra miliare per la sanità pubblica regionale”, sottolineando come questa operazione testimoni l’eccellenza dell’Istituto Regina Elena e la capacità del sistema sanitario di tenere il passo con l’innovazione.
Gli fa eco il Direttore Generale IFO Livio De Angelis, che ha ribadito l’importanza di unire alta specializzazione e tecnologie all’avanguardia: “Il futuro delle terapie oncologiche deve garantire non solo efficacia, ma anche qualità della vita. E questa ne è la dimostrazione concreta”.
Con questo intervento, l’IFO si conferma ancora una volta un punto di riferimento nazionale e internazionale nella lotta contro il tumore al seno, dove ricerca, innovazione e cura della persona non sono slogan, ma realtà operativa.