Per settimane le reti televisive della RAI, che continua a spacciarsi per servizio pubblico, hanno mandato in onda caroselli carnascialeschi per propagandare il 73esimo festival di Sanremo.

Giullare sia dei caroselli che del festival è quel Amadeus che oramai da anni, per volere dei vertici RAI, si muove da dominus plenipotenziario dei palinsesti TV.

Abusando dei suoi pieni poteri nelle scorse settimane Amadeus aveva già stuzzicato un vespaio invitando il presidente ucraino Zelensky a partecipare, in video, alla serata conclusiva del festival.

Pare, però, che i numerosi e qualificati dissensi siano riusciti a scongiurare questa eventualità anche se sembra confermato che sul palco gaudente dell’Ariston  sarà il giullare a leggere un messaggio del presidente ucraino che, presumibilmente, disserterà sull’invasione russa e sugli armamenti necessari.

Ma silurata la partecipazione di Zelensky, Amadeus ha voluto prendersi la rivincita superando ogni limite del buon senso nell’assordante silenzio degli striscianti ipocriti nostrani.

Con la scusa che nel 2023 cade il 75esimo anniversario della Carta Costituzionale il giullare, assecondato dai vertici RAI, ha invitato il Presidente Sergio Mattarella a presenziare alla prima serata del festival.

Sarebbe stata la prima volta nella storia repubblicana che un inquilino del Quirinale, cioè il rappresentante della massima  istituzione, presenziasse al festival di Sanremo.

Ritengo che il solo invitare il Capo dello Stato ad un evento così vanesio, effimero e sguaiato sia già stato irrispettoso ed inopportuno non solo nei confronti del Presidente Mattarella ma delle stesse istituzioni di cui lui è il massimo rappresentante.

Così come irriverente per la nostra Carta Costituzionale inserirne un serioso ricordo  in un programma fatuo ed anche un po’ becero, mentre  la Costituzione  merita celebrazione e rispetto in ben altri contesti e situazioni.

Ma che il giullare Amadeus volesse servirsi della presenza di Sergio Mattarella solo per creare uno scoop che alimentasse l’Auditel e lo share lo dimostra la modalità con cui è stata gestita la sua partecipazione.

Nessuna anticipazione, infatti, era stata fornita ai mass media, nonostante il  chiassoso ed incessante battage e la continua presenza in TV e radio dello stesso Amadeus.

Eppure è da escludere che il tutto sia stato concordato ed organizzato con il Quirinale all’ultimo momento se non altro per le imponenti misure di sicurezza che vanno adottate per un qualsiasi spostamento del Capo dello Stato.

Fatto sta che Mattarella era all’Ariston anche se non è chiaro se lo fosse in forma privata o come Presidente della Repubblica intenzionato ad entrare a gamba tesa sull’austero rigore dei suoi predecessori che tuttalpiù il festival lo seguivano in TV.

A gongolare, comunque, è stato il solito giullare che ora si può vantare di aver trascinata la massima istituzione repubblicana nello spettacolo più vanesio della televisione pubblica.