Il caso di Emanuela Orlandi è diventato un triste episodio di speculazione mediatica che alimenta una macchina d'informazione, spesso supponente e senza prove certe, finalizzata a fare audience e ad incasellare introiti, attraverso canali mediatici come giornali, libri e televisione.

Emanuela era una ragazzina quindicenne che scomparve a Roma nel 1983. Una tra le tante visto che in quell'anno si registrarono 54 ragazze scomparse.
Di queste solo Emanuela e poi Mirella Gregori rimarranno nella storia grazie agli interventi di coloro che furono ribattezzati come "i telefonisti" dell'epoca, ovvero "Mario" e l'"Americano": senza la loro presenza oggi si sarebbe perso ogni ricordo delle ragazze e delle loro storie.

E' proprio l'"Americano" e le sue telefonate che hanno dato una vita così longeva al cold case Gregori-Orlandi, poiché senza di lui, a torto a ragione, depistaggio o indirizzamento, ha di fatto scritto la storia del caso Orlandi per sempre.
Paradossalmente senza l"'Americano" non esisterebbe nulla, e ogni indagine successiva si sarebbe arenata dopo qualche hanno, archiviata come i tanti casi irrisolti.
Se oggi parliamo ancora di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori è grazie all'emblematica figura di questo telefonista che chiedeva la liberazione di Alì Agca in cambio della liberazione delle ragazze.

Ormai è notorio che chi interpretò i telefonisti "Mario" e l'"Americano" fu Marco Fassoni Accetti, l'uomo che nel 2013 si auto accusò di entrambi i rapimenti ed ammise il suo ruolo nella triste vicenda. Un uomo chiave ma quasi sempre dimenticato.
Eppure ad Accetti, nel bene o nel male, si deve il caso Orlandi così come lo conosciamo oggi. Nel male perché non ha portato ad una chiara ricostruzione di tutti gli eventi. Nel bene perché potrebbe, sperando lo faccia, gettare finalmente luce sulle reali responsabilità degli attori coinvolti: di fatto Accetti rimane un "mitomane" per il mondo dell'informazione e questo, se non a tutti, è comodo a molti.

La verità non è difficile da raccontare ma in alcuni casi (questo è uno di quelli), minerebbe un sistema che si trascina da decenni: corruzione e politica, malaffare e soldi sporchi, potere religioso e massonico: nomi di "morti" che anche da "morti" fanno paura ai vivi, e nomi di "vivi" che hanno paura dei morti come se fossero ancora vivi.