Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita ufficiale in Montenegro, questo martedì è stato ricevuto al Palazzo Presidenziale di Cettigne dal Presidente del Montenegro Jakov Milatovic. Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato hanno tenuto una conferenza stampa.
Nel suo intervento, il capo dello Stato è tornato a parlare di Russia dopo che a inizio mese, a Marsiglia, aveva paragonato l'attuale regime di Putin a quello nazista di Hitler, provocando la stizzita reazione di Mosca affidata alle parole della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova che aveva definito blasfema la dichiarazione di Mattarella, aggiungendo che quanto da lui affermato avrebbe avuto conseguenze.
Il progetto del Terzo Reich della conquista dell'Europa e l'odierna aggressione russa all'Ucraina sono fenomeni che hanno la stessa natura, aveva detto Mattarella durante la sua visita in Francia.
Oggi, dopo aver ha ricordato l'impegno di Russia e Stati uniti a rispettare e garantire l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina, paese che aveva "consegnato alla Russia alcune migliaia di testate nucleari" al momento della sua nascita, auspicando "il rispetto del diritto e della Carta delle Nazioni Unite",il capo dello Stato ha poi proseguito aggiungendo che "da tre anni a questa parte la posizione dell'Italia, che ho sempre espresso, è nitida, limpida, chiarissima: quella del rispetto del diritto internazionale e della sovranità di ogni Stato", aggiungendo infine che "il sostegno che l'Italia ha assicurato all'Ucraina è da sempre accompagnato dall'auspicio che la Russia torni a svolgere il suo ruolo nella comunità internazionale".
Finora i sovranisti al governo che un'ora sì e l'altra pure non fanno altro che parlare di identità nazionale e rispetto internazionale del nostro Paese all'estero non hanno mosso un'unghia, a livello diplomatico, per alzare la voce nei confronti di Mosca a seguito delle minacce della Zakharova, una iniziativa fine a se stessa - certo -, ma assolutamente dovuta per pretendere il rispetto delle istituzioni del proprio Paese.
È una questione di dignità che investe l'intera nazione, perché Mattarella, piaccia o no, rappresenta l'Italia.
Invece, le tre "macchiette" di Palazzo Chigi - i vicepremier Salvini e Tajani e la premier Giorgia Meloni - non sono state in grado di produrre neppure uno straccio di comunicato stampa per dire di aver convocato l'ambasciatore russo per consegnargli una nota di protesta.
I tre sono gli stessi che, al contrario, fanno la voce grossa e minacciano sfaceli nei confronti di chiunque non possa aver voce... nei confronti di chi, in un modo o nell'altro, siano assolutamente sicuri che, anche in futuro, non li potrà mai danneggiare.
Sono la riproduzione odierna del Capitan Matamoros o del Miles Gloriosus Pirgopolinice, per l'appunto... macchiette!