"I calcoli stimano un risparmio di 140mila tonnellate di CO2 non emesse nell'aria, col ponte, e di una ripulitura del Canale di Sicilia senza eguali".
Così ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture del governo Meloni, Matteo Salvini.
Lo ha detto alla sua maniera, sottolineando le parole con la faccia gonfia e gesticolando, per aumentare l'importanza della notizia per cui il popolo doveva entusiasmarsi e gioire.
C'è però un problema, non da poco.
Fino a ieri, Salvini voleva costruire un ponte lungo poco meno di cinque Km sullo Stretto di Messina, tra Calabria e Sicilia.
Adesso, invece, ci fa sapere che il ponte che vuole costruire è esattamente dalla parte opposta, dato che il Canale di Sicilia, largo 145 Km, va da Capo Feto a Capo Bon e corre tra le isole Egadi, Marsala, Mazara del Vallo, Capo Granitola, il Banco Graham e l’isola di Pantelleria, separando la Sicilia dall'Africa. Assieme al Canale di Pantelleria e al Canale di Malta, è parte integrante dello Stretto di Sicilia.
Adesso, Salvini dovrà spiegare se ha deciso di fare un nuovo ponte, se vuole costruirne uno ulteriore rispetto a quello sullo Stretto di Messina oppure se, semplicemente, ha confuso lo Stretto di Messina con il Canale di Sicilia.
Non è una questione di poco conto, visto che in questo momento guida un dicastero che si occupa di trasporti e infrastrutture. Infatti, se quanto detto da Salvini è riconducibile alla terza ipotesi, è meglio che si dimetta, per non dare ulteriore discredito non tanto a se stesso - cosa che ha già fatto, continua e probabilmente continuerà a fare - ma alla nazione che pretende di rappresentare nel governo di cui fa parte.
Il ponte sul canale di Sicilia, 150 km di mare che separano la Sicilia dall'Africa. Lui, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. pic.twitter.com/FmPZQYeWX1
— Alekos Prete (@AlekosPrete) March 9, 2023