Una Ipercittà è un'area metropolitana con una popolazione compresa tra 20 milioni e 40 milioni. Oggi circa l'1,5% della popolazione mondiale vive in una delle hypercity già esistenti e le cui popolazioni stanno aumentando a un tasso medio di circa l'1,5% annuo. Tali fenomeni di urbanizzazione richiedono forme innovative e nuove di amministrazione decentrata, mentre l’inquinamento ambientale costituisce sicuramente uno dei maggiori problemi delle hypercity. Diversi architetti sono attualmente al lavoro per risolvere i problemi alimentari, energetici e igienico-sanitari di queste megacittà: ne è un esempio il progetto cosiddetto “Fattoria Verticale”.
Il 24 Febbraio 2023 alle 14,00, all’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” presso l’aula 4 della sede di Pescara, in Viale Pindaro 42, si terrà il primo seminario internazionale ibrido sul cambiamento delle città nell’ordine mondiale interconnesso, digitale e sostenibile dell’Agenda 2030, dal titolo The Sustainable HyperCity Experience. Quali casi di eccellenza innovativi stanno avendo un impatto globale? Come si stanno collocando Pescara e Chieti in questi scenari in rapido mutamento? San Paolo e Rio de Janeiro si unificano in un’area metropolitana a servizi integrati; lo stesso sta accadendo in Cina tra Hong Kong, Shenzen e Canton; il mercato unico del Sud America (Mercosur) invita a unificare aree metropolitane transnazionali tra Brasile, Argentina, Paraguay etc., denominate Mercocidades; rispettivamente, Brussels e Città del Lussemburgo, nessuna delle due particolarmente grande né potente, con lo sviluppo dell’Unione europea stanno diventando centri di attrazione per aree metropolitane transnazionali. Tutte queste aree stanno diventando motori globali del pianeta: sono smart, interconnesse, digitali, cosmopolitiche, knowledge intensive, sostenibili, ad alta densità e varietà demografica e di stili di vita. Sarà possibile anche una simile area transnazionale adriatica e, nel caso, Pescara sarà protagonista o gregaria nel processo di cambiamento?
Obiettivo progettuale del seminario è ragionare su un format universale – con adattamenti contestuali – per queste aree metropolitane trans-sovranazionali, denominate HYPERCITY. Il concetto di Hypercity contiene anche una dimensione soggettiva, emozionale che fa dell’Hypercity anche un luogo dell’anima. Digitalizzazione, voli aerei e treni ad alta velocità hanno reso più facile e accessibile vivere in reti professionali e sociali sempre più cosmopolitiche, in cui non solo gli impegni di lavoro, ma anche affetti e amici possono essere con noi e noi con loro ovunque e da ovunque. Tempo e spazio diventano un unico “lounge bar globale”, ove ci si incontra per affari e/o per amicizia. Questo rende viva, ad esempio, l’autentica conoscenza linguistica che è tale tanto più sono numerosi i contesti in cui avviene lo scambio sociale. Questo stile di vita ipercittadino fa dell’Hypercity un luogo dell’anima. Una differenza abissale dal turista che appartiene a un solo contesto e che viaggia non alla scoperta della differenza – verso la quale si pone da estraneo – bensì per vedere confermati i propri cliché. L’ipercittadinanza si pone come antidoto contro ogni dittatura e totalitarismo che – fondati a volte sulla classe, altre volte sulla nazione – hanno sempre avuto nell’isolazionismo, nell’immobilismo, nell’irrazionalismo e nativismo, nel rifiuto di ogni conoscenza e nel consumo bulimico di certezze tanto illusorie quanto precotte, i propri capisaldi. Solo un mondo interconnesso, cosmopolitico e complesso offre adeguate possibilità evolutive tanto all’individuo quanto alla società. Questo vale tanto per i processi di civilizzazione, quanto per quelli di trasmissione genetica. Un seminario aperto alla cittadinanza tutta, per trattare un tema che riguarda tutti.