Questo giovedì Salvini ha condannato i due revisori contabili della Lega, i commercialisti Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, rispettivamente a cinque anni  e a quattro anni e quattro mesi di reclusione, per l'acquisto del capannone di Cormano da parte della Lombardia Film Commission, compravendita che avrebbe fruttato una "plusvalenza" non dovuta di 800mila euro di fondi pubblici, provenienti dalla regione Lombardia a guida leghista.

Inoltre, i due commercialisti dovranno versare in solido un risarcimento di 150mila euro alla Lombardia Film Commission, partecipata da Regione Lombardia e Comune di Milano, costituitasi parte civile, e 25mila euro allo stesso Comune.

Questa la decisione del Gup Guido Salvini al termine del processo che questa mattina si è svolto a Milano con rito abbreviato.

L'altro Salvini, Matteo, il leader della Lega che aveva affidato a Di Rubba e Manzoni la gestione dei conti dei suoi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, ha sempre sostenuto di non essere interessato alla vicenda che "politicamente" vede coinvolto il suo partito e direttamente anche lui che ne è il segretario.

Inoltre, dalla Lega fanno sapere non solo di non essere coinvolti, ma che  neppure li si debba accostare ai due commercialisti... altrimenti scatterà la solita querela:

"Molti media, a partire dalle agenzie di stampa, stanno rilanciando la notizia relativa alle condanne di Alberto Di Rubba e di Andrea Manzoni parlando di vicenda fondi Lega. È tuttavia necessario precisare che il partito (così come le sue risorse economiche) è completamente estraneo al procedimento e che il riferimento a fondi Lega costituisce una indebita e ingannevole strumentalizzazione mediatica della realtà processuale. Per questo motivo la Lega si riserva ogni iniziativa a propria tutela, e ribadisce la convinzione che Di Rubba e Manzoni sapranno dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati" (fonte agenzia Dire).

Ma di giustizia la Lega si è occupata comunque, anche oggi, continuando a battere la gran cassa sugli annunciati referendum presentati insieme al Partito Radicale.

Così si è espressa al riguardo l'avvocata e, nei ritagli di tempo, senatrice leghista Giulia Bongiorno: "Questo referendum è a favore della magistratura: la stragrande maggioranza dei magistrati sono persone perbene che non ne possono più di ciò che sta accadendo".

A pensar male vien da credere che i magistrati perbene siano quelli che assolvono i suoi clienti, mentre gli altri...

Ma anche Matteo Salvini oggi ha detto la sua in tema di giustizia:

"Abbiamo depositato in Cassazione insieme agli amici del Partito Radicale i sei #referendumgiustizia che si potranno sottoscrivere in tutta Italia dal 2 luglio. Oggi è una bella giornata per la democrazia: orgogliosi di offrire a 60 milioni di italiani la possibilità di incidere direttamente: meno poteri alle correnti, più tutele per le vittime di errori giudiziari (chi sbaglia, paga), separazione delle carriere con più trasparenza nelle funzioni, più tutele per i sindaci, una giustizia più veloce e più giusta. Non contro la magistratura, ma per restituire ai cittadini più fiducia nella magistratura".

È fantastico come un politico voglia far pagare gli errori commessi dai magistrati, mentre non si preoccupi innanzitutto di fare altrettanto con gli errori commessi dai politici durante una legislatura... anche in quel caso a farne le spese sono sempre gli italiani, oltretutto anche quelli che non erano sotto processo. Eppure sarebbe semplice: non c'è bisogno di tirar fuori quattrini e non c'è neppure bisogno di sventolare lo spauracchio della galera, sarebbe sufficiente una legge elettorale basata su collegi uninominali e doppio turno.

Ma su questo Salvini, invece, non ha niente da dire... curioso!