(REBELION) – Buenos Aires, 15 NOV – Mi preoccupa l’abbassamento della guardia sui problemi che riguardano le mafie e la corruzione in Italia.

Non mi riferisco a questo Governo che va ancora giudicato, ma alle forze politiche che stanno dimostrando di parlare di tutto tranne che dei veri grandi problemi del nostro Paese: mafie e corruzione.

Quando si vogliono realmente combattere queste piaghe si candidano ad amministrare persone perbene e non indagati o imputati anche per reati gravi. In Italia in questo momento abbiamo bisogno di nuove leggi per combattere le mafie, la corruzione e l’evasione fiscale.

Non candidare personalità che della lotta alla mafia ha fatto una ragione di vita con la scusa che si è sfruttata la lotta alla mafia per fini politici è davvero una boutade intollerabile.

Chi ha difeso con onore e senso del dovere lo Stato e le istituzioni pubbliche esponendosi a rischi gravi, può e dovrebbe dare un contributo fondamentale nella politica di contrasto alle mafie e alla corruzione.

Noi esperti di lotta alla criminalità organizzata sappiamo tutti che le mafie vivono anche di segnali e questi che stiamo dando negli ultimi anni non sono certamente positivi.

All’Italia serve un nuovo “Rinascimento” e non chiacchiere e grandi proclami. Occorrono fatti concreti e persone oneste e libere.



Così Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella seconda metà degli anni ottanta.
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