La vittoria di Nicolas Cage agli Oscar 1996 per Via da Las Vegas non fu soltanto meritata: era nell’aria da mesi. Dopo aver conquistato il Golden Globe, il SAG Award e — evento rarissimo — tutti i Big Four delle associazioni dei critici americani (New York, Los Angeles, National Board of Review, National Society of Film Critics), il suo trionfo sembrava inevitabile.

Il film, un’opera indipendente dal budget ridottissimo di appena 3,5 milioni di dollari, fu girato senza compensi per Cage né per il regista Mike Figgis. Crudo, viscerale, fuori dagli schemi: dimostrò quanto potesse essere dirompente il talento al di fuori dei grandi studi di Hollywood.

Per interpretare un uomo distrutto dall’alcolismo, Cage si immerse completamente nel mondo della dipendenza, con un approccio quasi “metodico”, che portò a una performance di rara intensità. In cinquina con lui c’erano anche Massimo Troisi (Il Postino), Anthony Hopkins (Nixon), Sean Penn (Dead Man Walking) e Richard Dreyfuss (Goodbye Mr. Holland). Tra i grandi esclusi, John Travolta, vincitore del Golden Globe per Get Shorty.