Martedì, Mohammed Abdel-Salam, portavoce dei ribelli Huthi che dal 2015 hanno ingaggiato in Yemen un duro conflitto con la coalizione guidata dall'Arabia Saudita per il controllo del Paese, ha dichiarato all'Associated Press di aver portato un attacco alle infrastrutture petrolifere saudite facendo ricorso all'uso di droni.

La stessa Arabia Saudita in un comunicato diffuso dalla propria agenzia di stampa a firma del ministro dell'Energia Khalid al-Falih ha confermato l'attacco, che sarebbe stato condotto contro una stazione di pompaggio di petrolio che alimenta un oleodotto che dall'est del Paese arriva al porto di Yanbu sul Mar Rosso.

Ulteriori attacchi a stazioni di pompaggio del greggio sono state segnalate anche nelle zone di al-Duadmi e Afif, appartenenti ad un'area che fa riferimento a Riyad.

Secondo al-Falih i recenti atti di sabotaggio alle installazioni petrolifere del regno non solo hanno come obiettivo l'Arabia Saudita, ma "la sicurezza dell'approvvigionamento energetico mondiale e dell'economia globale", ribadendo la necessità della comunità internazionale di fornire il proprio sostegno ai sauditi contro gli Huthi.

In seguito all'attacco, la produzione e le esportazioni di petrolio saudite non sono state interrotte, anche se il prezzo del greggio sui mercati internazionali ha subito un netto rialzo.

Va inoltre segnalato che domenica scorsa, nel Golfo Persico, sono state segnalate delle azioni di sabotaggio che hanno avuto come obbiettivo due petroliere saudite, una norvegese ed una degli Emirati.

I ribelli Huthi sono sciiti, pertanto i sauditi (sunniti), non hanno avuto difficoltà nel promuovere contro di loro una guerra che ormai dura da quasi 5 anni, così come non hanno avuto dubbi nel credere che la tecnologia per effettuare questi attacchi tramite droni sia stata fornita dall'Iran, il Paese di riferimento in quell'area per i musulmani sciiti.

La guerra civile in Yemen è iniziata nel 2014 quando i ribelli Huthi, sostenuti dall'Iran, hanno conquistato la capitale Sanaa. La coalizione guidata dai sauditi è entrata in guerra nel marzo 2015 a supporto delle truppe governative, ricevendo l'appoggio degli Stati Uniti.

Gli Huthi hanno fatto ricorso all'uso di droni anche nello scorso gennaio, facendo esplodere un ordigno durante una parata militare saudita, uccidendo almeno sei persone.

Quasi inutile ricordare che quanto accaduto contribuirà ad aumentare la tensione nell'area con gli Stati Uniti che hanno inviato verso le coste iraniane il gruppo d'attacco navale che fa capo alla portaerei Abraham Lincoln, dislocando anche alcuni bombardieri B-52 nel Golfo Persico. Gli Usa sembrano non attendere altro che un pretesto per aumentare la pressione militare contro Teheran, se non addirittura per dare il via ad un attacco militare.