Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce lunedì in sessione straordinaria per discutere gli sviluppi in Siria, dove in pochi giorni si è conclusa l’era della famiglia Assad, ininterrottamente al potere da oltre mezzo secolo. L’ultimo leader del regime, Bashar al Assad, ha lasciato il Paese rifugiandosi a Mosca con il sostegno del presidente russo Vladimir Putin.
Nel vuoto di potere lasciato dalla caduta del regime, a Damasco ha fatto il suo ingresso trionfale Abu Muhammad al Jolani, leader dei ribelli sostenuti dalla Turchia. Jolani, ora noto con il suo nome Ahmad Sharaa, ha pronunciato un discorso nella storica Grande Moschea degli Omayyadi. Il suo messaggio, dichiaratamente panislamico, ha sottolineato la vittoria come un trionfo per l’intera "nazione islamica".
Mentre le celebrazioni si diffondevano nel Paese, Israele ha consolidato il proprio controllo sulla parte orientale del Monte Hermon, nelle Alture del Golan occupate dal 1967. Secondo fonti locali, le forze israeliane hanno attraversato la zona demilitarizzata e assunto il controllo di aree strategiche in Siria, segnando un'escalation significativa nelle tensioni regionali.
Sul terreno, la situazione resta però estremamente complessa. Scontri tra milizie filo-turche e forze curde, si sono intensificati nella regione di Manbij, forzando il ritiro delle forze curde verso l’Eufrate. Anche nella città di Raqqa, già epicentro dell’ISIS, emergono conflitti tra clan arabi e forze curde.
Nel caos del post-Assad, il premier Muhammad Jalali si è offerto come figura di continuità per garantire la sopravvivenza delle istituzioni siriane, essenziali per una popolazione stremata da 14 anni di guerra. Tuttavia, la frammentazione tra le forze ribelli, con agende spesso contrastanti, rende incerto il futuro del Paese.
La caduta del regime Assad rappresenta un punto di svolta non solo per la Siria, ma per l’intero Medio Oriente. La Turchia emerge come attore centrale, mentre l’influenza iraniana sembra ridimensionata. La Russia, pur preservando alcune sue basi militari grazie a un accordo con gli insorti, deve fare i conti con una perdita di controllo sulla regione.
Come si porrà l'occidente in rapporto a questo stravolgimento nell'assetto del Medio Oriente? Solo dopo il Consiglio di sicurezza odierno si chiariranno le varie posizioni e come la Russia cercherà di mascherare quello che da tutti viene interpretato come difficoltà da parte di Mosca nel tutelare i propri alleati.