"Il mandato d'arresto per Netanyahu e Gallant della Corte penale internazionale è la conferma dei crimini di guerra a Gaza. Ci aspettiamo che il governo italiano sia conseguente".

Questo è quanto ha dichiarato Elly Schlein commentando la decisione della CPI. Ma il governo italiano cosa ha detto che farà?

Queste le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, rilasciate a margine dell'assemblea Anci

"Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell'assemblea Anci. Non entro nel merito delle dinamiche internazionali. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l'incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medioriente mi sembra irrispettoso, pericoloso perché Israele non difende solo se stesso, ma difende anche le libertà, le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali".

È evidente che il ministro non conosce neppure vagamente ciò che ha commentato - dal punto di vista storico, politico e culturale -, ma trattandosi di Salvini è, ça va sans dire, ormai un assioma. Pertanto, inutile perder tempo ad elencare le stupidaggini di un povero ignorante... un ministro che si può considerar tale solo al bar dello sport.

L'altro vicepresidente, Antonio Tajani, è invece stato più furbo. Lui sa che l'Italia è firmataria dello Statuto di Roma e come tale è obbligata a rispettare le sentenze della Corte Penale Internazionale, costituita apposta per dar seguito - nei limiti del possibile, visto che non ha un proprio corpo di polizia - a quanto contenuto in quel trattato. Pertanto, il ministro degli Esteri si è visto costretto a dire che l'Italia sostiene la CPI e che valuterà insieme agli alleati come comportarsi su questa vicenda.

Ma non c'è nulla da valutare. Se Netanyahu dovesse venire in Italia deve essere arrestato... punto e basta. Obtorto collo è stato costretto ad ammetterlo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, pur precisando che lui, naturalmente, non condivide una virgola della decisione dell'Aia.

Come ha ricordato il commissario agli Esteri (ancora per poco) dell'Ue, Josep Borrell, quella della CPI non è una decisione politica, ma la decisione vincolante di un tribunale che deve essere rispettata e applicata, aggiungendo che la tragedia in corso a Gaza deve finire. 

Con oltre ventiquattr'ore di ritardo è poi arrivato anche il commento della premier Meloni a riassumere la posizione del suo governo, cioè questa:

"Approfondirò in questi giorni le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte Penale Internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica.La Presidenza italiana del G7 intende porre il tema all'ordine del giorno della prossima Ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre.Un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l'organizzazione terroristica Hamas".

La premier, poverina, è confusa e c'è da comprenderlo visto il legame tra sionismo e (post) fascismo che non solo è un bacino di voti per FdI tra gli ebrei in Italia, ma è anche la leva per lo sdoganamento di quella forza politica per nascondere quelle che rimangono e continuano ad essere le sue origini, ben radicate nel ventennio fascista.

E allora, visto che Meloni è così tanto indaffarata e così tanto giovane da non ricordare gli impegni internazionali assunti dall'Italia (oltre che, evidentemente, assistita da incapaci), ecco perché le sue parole non hanno alcun senso, poiché possono essere interpretate come in violazione di un trattato che l'Italia riconosce oramai da quasi un quarto di secolo:

LEGGE 12 luglio 1999, n. 232 
Ratifica ed esecuzione dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale, con atto finale ed allegati, adottato dalla Conferenza diplomatica delle Nazioni Unite a Roma il 17 luglio 1998. Delega al Governo per l'attuazione dello statuto medesimo. (GU Serie Generale n.167 del 19-07-1999 - Suppl. Ordinario n. 135).
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1999/07/19/099G0308/sg