La Corte Penale Internazionale (CPI) si prepara a emettere una nuova tornata di mandati di arresto nell'ambito dell'indagine sui crimini commessi in Palestina, ma questa volta il procuratore Karim Khan potrebbe seguire un percorso diverso rispetto al passato.

Secondo fonti interne al tribunale, il collegio di giudici che supervisiona il caso avrebbe imposto restrizioni sulla strategia comunicativa, bloccando l'intenzione di Khan di rendere pubbliche in anticipo le richieste, come aveva già fatto in passato.

Un mandato di arresto emesso dalla CPI certifica che esistono "ragionevoli motivi per credere" che un individuo abbia commesso crimini di competenza del tribunale, primo passo legale per portare chi è accusato davanti alla corte dell'Aia.

Khan, entrato in carica nel 2021, ha mostrato fin da subito un approccio diretto e mediaticamente incisivo. Meno di un anno dopo il suo insediamento, ha annunciato pubblicamente i primi mandati di arresto legati al conflitto in Georgia. Una tattica ripetuta nel 2023 durante l'inchiesta sulla Palestina, quando ha rivelato alla CNN l'intenzione di perseguire sia leader israeliani che membri di Hamas, scatenando reazioni internazionali e forti pressioni sul tribunale.

Ma non tutti all'interno della CPI hanno approvato questa strategia. Diversi membri influenti dello staff di Khan avrebbero criticato la scelta di rendere pubbliche le richieste, sostenendo che ciò ha esposto i giudici a un livello di pressione politica e mediatica senza precedenti. La decisione, spiegano fonti interne, avrebbe messo a rischio l'integrità del processo decisionale della Corte.

Ora, con nuovi mandati attesi nelle prossime settimane relativi soprattutto ai crimini commessi in Cisgiordania, il procuratore dovrà muoversi in un contesto più rigido. Non ci saranno dichiarazioni clamorose o video in diretta: il riserbo pare essere diventato la parola d'ordine.

L'indagine sulla Palestina è stata avviata nel 2021 dall'ex procuratrice Fatou Bensouda. Khan, dopo averla ereditata, ne ha accelerato il percorso dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 condotti da Hamas, seguiti dalla devastante offensiva militare israeliana su Gaza. Nel maggio 2024, Khan ha formalizzato la richiesta di mandati d'arresto per alti funzionari israeliani e membri di Hamas, segnando un'accelerazione significativa nelle indagini.

L'attenzione della procura della CPI sta raccogliendo prove su presunti crimini commessi in Cisgiordania, dove si è intensificata l'escalation di violenze da parte dei coloni israeliani e delle forze di difesa israeliane. L'intensificarsi delle ostilità ha alimentato nuove accuse e complicato ulteriormente il quadro legale e politico in cui la CPI si muove.

Per ora, la Corte ha scelto di non commentare pubblicamente la notizia anticipata in esclusiva da quotidiano The Guardian