Il protomartire (della politica italiana) Matteo Salvini sabato mattina era in un aula giudiziaria di Palermo per rispondere del sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver negato, da ministro dell'Interno, l'attracco a Lampedusa alla nave Open Arms.

Salvini, come nell'altro processo per la Gregoretti, era rappresentato dalla legale parlamentare Giulia Bongiorno. La prossima udienza è prevista il 20 marzo.

Anche stavolta come in altre circostanze, Matteo Salvini, insieme alla sua legale parlamentare, ha riassunto in base al suo punto di vista l'udienza appena terminata ai giornalisti che lo attendevano.

"A processo non vanno i trafficanti - ha detto il leader della Lega - ma colui che allora difese le vite, la sicurezza e i confini del Paese. Ma io sono tranquillo e anzi orgoglioso di quello che ho fatto. Sono assolutamente felice di quello che ho fatto e di quello che quando gli italiani torneranno a votare tornerò a fare".

E di chi sarebbe allora la responsabilità del mancato sbarco dei migranti?

Di Open Arms, che avrebbe agito di sua iniziativa, al di fuori delle regole sul soccorso in mare, nel tentativo di far entrare in Italia migranti irregolari e per tale ragione, sin da subito l’Italia le aveva vietato l’ingresso nelle proprie acque territoriali.

Non spettava all’Italia indicare un porto sicuro (POS) ai migranti che erano saliti a bordo della nave Open Arms - ha spiegato la legale parlamentare Bongiorno - dopo essere stati recuperati in acque libiche e maltesi da una nave battente bandiera spagnola:

"L’Italia non era né Stato di primo contatto, né Stato coordinatore, non avendo mai assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso". Nonostante ciò, il Governo non si è sottratto "dal fornire sempre assistenza ai migranti. I minori giunti in prossimità delle acque italiane sono stati fatti sbarcare".

Inoltre, il Comandante della  Open Arms avrebbe avuto altre e migliori alternative per sbarcare le persone recuperate in mare.

"Ad esempio, il 1 agosto, dopo il primo trasbordo, era a meno di tre giorni di navigazione dalla Spagna. Perché non si è diretto lì sin da subito e ha insistito per voler sbarcare in Italia? All’epoca dei fatti, inoltre, il comandante Marco Reig Creus era già indagato per violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Due dei migranti che erano a bordo sono attualmente in carcere".

Insomma, a quanto pare di capire, ad andare a processo erano altri: coloro che in mare hanno salvato chi stava rischiando di annegare!

A dimostrazione del calvario cui Salvini è sottoposto, il protomartire  ha pubblicato anche il seguente post strappalacrime o strappa-insulti (in base al punto di vista di chi legga) sulla propria pagina social, come richiede il manuale del bravo influencer: 

 

Da Open Arms, via social, hanno ricordato l'episodio che vede protagonista Salvini con il seguente "promemoria":