Dopo le regionali, in un video su Twitter Carlo Calenda (leader di Azione) ha ammesso che il cosiddetto Terzo polo non ha brillato:

"Risultati deludenti, ora si accelera sul partito unico".

La colpa? Non potendo accusare le altre forze politiche, stavolta Calenda se l'è presa con gli elettori perché, a suo dire, non hanno votato come avrebbero dovuto:

"Gli elettori decidono ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così".

Dopo aver mandato allo sbaraglio Calenda, Renzi (leader di Italia Viva e altra gamba del Terzo polo) intorno a metà settimana ricompare all'orizzonte e insieme all'alleato rilascia una nota in cui i due dicono di sentirsi tutti i giorni condividendo l'pobiettivo di accelerare sul partito unico, proseguendo il cammino già individuato... fin dalla prossima riunione del comitato politico convocata dal Presidente della federazione per il prossimo 27 febbraio.

 Tutto a posto, quindi? Non tanto...

"Calenda, nella sua veste di presidente della Federazione, ha convocato un incontro per il 27 febbraio", scrivono in una nota Ciro Buonajuto e Alessia Cappello, entrambi portavoce nazionali di Italia Viva. "In quella sede ha comunicato che ci illustrerà le sue idee per il percorso già approvato dall'Assemblea di Italia Viva il 4 dicembre scorso.Dopo le proposte di Calenda, Italia Viva si riunirà di nuovo per procedere rapidamente in modo democratico e condiviso. Per noi non c'è nessuna divisione e indietro non si torna. Se questo dibattito sul partito unico serve a cancellare le polemiche sulle regionali, va bene. Se qualcuno invece si vuole tirare indietro rispetto alla creazione di un partito unico lo dica.Noi vogliamo andare avanti. Come ha sempre detto Renzi il partito unico e il nostro destino è la nostra destinazione. E non abbiamo cambiato idea. Un partito si fa con un processo politico, non con i tweet o i talk show: siamo pronti a confrontarci e lavorare con entusiasmo nelle sedi già decise dallo stesso Calenda". 

A cosa si riferivano i due portavoce di italia Viva? A quanto detto in precedenza da Calenda in una trasmissione tv: 

"Io e Renzi non siamo mai stati amici, facciamo un percorso politico perché condividiamo alcune cose. ... Io voglio fare il partito subito e Renzi lo vuole fare più tardi, dopo le europee [del 2024, ndr], ma per me non ci arriviamo, si deve fare prima".

Sul tema integrviene anche il diversamente avveduto Scalfarotto, uno dei tanti renziani ex comunisti fulminati sulla via di Rignano:

"Noi siamo più convinti di tutti sul partito unico, ho l'impressione che questa discussione serva più a nascondere le tensioni post regionali che altro".

Calenda, di rimando, puntualizza:

"Renzi ha fatto un passo indietro e mi ha dato la leadership, io mi prendo la responsabilità della politica. Il percorso verso il partito unico è stato promesso agli elettori e discusso molte volte nel Comitato Politico: scrittura del manifesto, apertura alla sottoscrizione di cittadini e associazioni, costituente con voto degli iscritti per elezione organi dirigenti e leadership", quindi, il metodo c'è... eccome.

Il chiarimento è pertanto rimandato al comitato politico della prossima settimana, a meno che i due non si mandino a quel paese già in questi giorni, anche se è bene ricordare che come suo solito, prima di fare una scelta, Renzi deve avere tutte le garanzie di questo mondo per un paracadute che gli consenta comunque di atterrare da qualche parte... e tutti sanno che da sempre lui mira a sostituire Berlusconi in quella fetta di elettorato. 

L'unico che non sembra averlo ancora compreso è Calenda, poco attento perché forse troppo indaffarato a dare dell'incapace a questo e a quello sui social e in tv.