"Vanità delle vanità, tutto è vanità." (Ecclesiaste 1:2)
Eccoci di nuovo qui: il calendario minaccia di voltare l'ultima pagina e il mondo intero, come ogni anno, si prepara al rito collettivo dei propositi per il nuovo anno. Con la speranza che il 1° gennaio non sia semplicemente "il lunedì della vita", ci armiamo di agende nuove e di buone intenzioni, per lo più destinate a naufragare come il Titanic. Ma che importa? Anche Socrate ci incoraggia: "Sapere di non sapere è già un sapere". Quindi, almeno, sappiamo di non essere mai stati capaci di mantenerli.
Dimagrire senza sacrifici: l'utopia contemporanea
È il re incontrastato dei propositi. Il che è già di per sé un paradosso: perché mai la nostra salute dovrebbe coincidere con una vita senza cioccolato? Eppure, ogni gennaio ci illudiamo che sia possibile dimagrire mangiando solo insalate (con il condimento, però, che ha più calorie di una bistecca). Platone, forse, ci avrebbe esortato a contemplare l'idea della dieta perfetta, che è e resterà confinata nel mondo delle idee, lontana dalla realtà delle pasticcerie e dei buoni ristoranti.
Risparmiare di più, spendere di meno
Un'altra promessa che affrontiamo con la serietà di un bambino che giura di non toccare i biscotti prima di cena. Gennaio inizia sempre con una sobrietà monastica: "Niente più aperitivi con gli amici o ristoranti sfiziosi!". Ma è sufficiente che un amico ci chiami per vanificare tutto. Nietzsche avrebbe approvato: "L'uomo è qualcosa che dev'essere superato". E noi, evidentemente, non siamo nemmeno lontanamente vicini al superamento.
Essere più gentili e pazienti
Questo è il proposito che va a pezzi più velocemente del servizio buono della nonna. Basta un semaforo rosso, una coda in posta o una notifica su WhatsApp da "+39" per mandare in frantumi la nostra nuova versione zen. Eppure, Cristo ci ammonisce: "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Matteo 22:39). Forse, dovremmo prima imparare ad amarci, e solo dopo provare a non inveire contro chi ci ruba il parcheggio.
Iscriversi in palestra (e andarci)
L'iscrizione è semplice, quasi automatica. Frequentarla, invece, è più improbabile di un miracolo. Dopo un paio di settimane di selfie davanti allo specchio della sala pesi, tutto torna alla normalità: il divano. "Il corpo è il carcere dell'anima", ci ricorda Platone, ed evidentemente la nostra anima non ha intenzione di evadere.
Conclusioni (provvisorie, come i propositi)
E così, mentre brindiamo al nuovo anno con calici pieni e cuori gonfi di speranza, sappiamo già che molti di questi propositi sono destinati a fallire. Ma forse è proprio questa la bellezza dell'umanità: la capacità di tentare, fallire e ritentare, con lo stesso entusiasmo ogni volta. Come disse sant'Agostino: "Signore, dammi castità e continenza, ma non subito". Che sia l'anno in cui, almeno, impariamo a ridere dei nostri fallimenti. E a concederci un altro dolcetto.