Mentre la diplomazia segue il suo corso, con le istituzioni internazionali che continuano a indagare per valutare se Israele stia compiendo o meno dei crimini di guerra nei confronti dei palestinesi, sia nei territori occupati che a Gaza proseguono scontri e violenze.

La notte scorsa l'esercito israeliano ha ucciso tre palestinesi in Cisgiordania, tra Ramallah e Nablus. Tra questi il 19enne Omar Abu Leila, sospettato di aver ucciso domenica scorsa tre israeliani nei pressi dell'insediamento di Ariel.

Abu Leila, è stato individuato dai soldati israeliani dentro una casa di Abwein, villaggio a nord di Ramallah. Secondo quanto riportato dallo Shin Bet, il ragazzo sarebbe stato ucciso dopo aver aperto il fuoco sui militari.

Invece, secondo i residenti palestinesi di quella comunità, decine di soldati israeliani hanno prima circondato il villaggio, compiendo un vero e proprio raid, poi hanno tagliato le linee elettriche e usato potenti speaker per parlare con il fuggiasco. Dopo due ore, avrebbero iniziato a sparare contro la casa dove si trovava Abu Leila.

Nelle stesse ore, nei pressi della Tomba di Giuseppe, vicino a Nablus, i soldati delle forze di sicurezza israeliane hanno ucciso Raed Hamdan, di 21 anni, e Zaid Nouri, di 20.

Secondo l'esercito, i due palestinesi sarebbero stati uccisi, perché responsabili di aver nascosto dell'esplosivo in un veicolo in prossimità della Tomba di Giuseppe, dove stavano pregando alcuni ebrei .

In base a quanto riportato da fonti stampa palestinesi, i militari israeliani avrebbero anche utilizzato un bulldozer che sarebbe passato sopra l'auto, al cui interno si trovavano ancora i corpi senza vita dei due giovani, distruggendola completamente.

La Mezzaluna Rossa, attraverso il portavoce Ahmad Jibril, ha dichiarato che gli israeliani avrebbero impedito ad un suo mezzo di intervenire per portare soccorso, sparandogli contro.