Si è fatto riprendere con alle spalle lo sfondo di un lago trentino, il ministro dell'Interno impegnato nella campagna elettorale del suo partito per il rinnovo delle amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano.

Tema principale del video postato su Facebook? Le norme sulla pace fiscale contenute nella legge di bilancio. Per Salvini, non vi è stata nessuna "manina" della Lega nel modificare i contenuti della manovra: «Uno leggeva il testo - ha detto il ministro - e uno scriveva... verbalizzava. Chi leggeva era il presidente Conte, che ha tutta la mia stima, perché sta battagliando in Europa per difendere l'Italia. Lui leggeva e Di Maio verbalizzava.»

Il che equivale a dire al capo politico dei 5 Stelle che o era distratto o non ha capito nulla di quello che stava trascrivendo. Salvini ha poi detto che i litigi sono un problema dei 5 Stelle e che «non può essere il governo a risentire dei loro cambi di umore o delle loro distrazioni», sempre riferendosi a Di Maio.

In ogni caso, Salvini ha poi aggiunto che «a me del condono non me ne frega niente, ma per scemo non passo. E' legittimo cambiare idea, sono pronto a riscriverlo il decreto. Ma patti chiari e amicizia lunga.»

 

Da Bruxelles, è stata poi la volta del premier Conte di cercare di ricucire lo strappo tra le due gambe della maggioranza che supporta il Governo. Quello che ha detto ai giornalisti prima di rientrare a Roma è stato riassunto in questo termini in una nota diffusa da Palazzo Chigi.

"La c.d. dichiarazione integrativa (articolo 9) è stata oggetto di una discussione politica che si è protratta a lungo sino all'inizio dei lavori del Consiglio dei Ministri. Su di essa si è formato un accordo politico e sulla base di esso, riassunto dal Presidente Conte a beneficio dei presenti, si è entrati in consiglio dei ministri.

La bozza del decreto fiscale, che gli uffici hanno fatto trovare durante il Consiglio dei Ministri, non conteneva la dichiarazione integrativa di cui all'art. 9: questa norma risultava in bianco proprio perché l'accordo politico è stato raggiunto poco prima e gli uffici non hanno fatto in tempo a tradurlo sul piano della formulazione tecnico-giuridica.

A Consiglio avviato è stato portato al presidente Conte un foglio contenente una prima traduzione tecnica dell'accordo politico: in pratica l'art. 9 sulla dichiarazione integrativa.

Il foglio non è stato distribuito a tutti i Ministri presenti e il Presidente si è limitato a riassumere a beneficio di tutti i termini dell'accordo raggiunto sul punto, riservando a un momento successivo la verifica tecnica come è normale che sia per tutte le disposizioni giuridiche.

Non c'è stata quindi la verbalizzazione specifica del contenuto dell'art. 9, il cui testo, appena arrivato, andava comunque verificato successivamente nella sua formulazione corretta dagli Uffici della Presidenza."

 

A questo punto, è arrivata la dichiarazione di Di Maio che ha precisato di non voler passare per fesso e neppure per bugiardo. Qualsiasi riferimento a Salvini, ovviamente, è assolutamente voluto. Di Maio afferma che in CdM non vengono mai lette le leggi articolo per articolo, ma ne vengono riassunti solo i principi generali e per quanto riguarda l'articolo 9 - ha proseguito Di Maio - «non si è mai parlato di condono penale e non si è mai parlato di fondi esteri».

Inoltre, Di Mao farebbe risalire le tensioni con la Lega al fatto che i parlamentari 5 Stelle hanno presentato degli emendamenti al decreto sicurezza voluto dalla Lega che, evidentemente, non vanno giù a Salvini. Emendamenti su cui però lui non ha potuto confrontarsi con il segretario leghista perché è in campagna elettorale!

Questa, poi, la sua conclusione: «Domani ci vediamo in CdM e sistemiamo questa norma. D'ora in poi, però, rivedremo i regolamenti del CdM, perché la garanzia deve essere quella di avere procedure più chiare... perché, anche se ci si distrae, tutto resti agli atti, per evitare che nascano questi malintesi.»

 

Conclusioni. Di certo, possiamo dire che sabato ci sarà un Consiglio dei Ministri in cui si parlerà esclusivamente della legge di bilancio, cercando di risolvere il problema tecnico della "pace" fiscale... a meno che non esploda un problema politico come le dichiarazioni delle ore precedenti facevano supporre.

Altra notizia certa è che sabato non si parlerà della risposta da dare alla lettera della Commissione Ue. Tutto è rimandato al CdM di lunedì.

Per ultimo, comunque, rimane in sospeso il testo dell'articolo 9 e chi lo abbia redatto. Infatti, se tale articolo non è stato letto durante il CdM, è però chiaro che i contenuti riassunti da Conte non potevano corrispondere, a quanto dichiarato da Di Maio, a quelli che poi sono stati scritti nella manovra.

Pertanto, il mistero rimane. Da vedere se rimarrà anche il nodo politico o se questo è da considerarsi risolto.