"Il Parlamento ha approvato la legge di bilancio 2025, la terza dall'insediamento del Governo. È una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere. Abbiamo utilizzato le limitate risorse a disposizione per rafforzare le principali misure introdotte in questi anni, rendendone alcune strutturali e con una platea più estesa, a partire dal taglio del cuneo fiscale. Abbiamo proseguito sulla strada del sostegno alla natalità e del lavoro femminile, e siamo intervenuti a sostegno delle imprese che investono e rafforzano la propria solidità e competitività.Teniamo i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma elettorale che abbiamo presentato agli italiani, e diamo ancor più slancio al nostro impegno per combattere la vera evasione e gettare le basi per un rapporto nuovo tra Stato e cittadini. Un altro passo in avanti per costruire un'Italia più giusta, forte e competitiva".
Mettiamola così... che Meloni ci provi - sono sue le dichiarazioni sopra riportate - è più che comprensibile, ma che pretenda anche di esser presa sul serio è più che eccessivo, anzi è assolutamente ridicolo.
Le fantasmagoriche misure di cui vaneggia Meloni sono relative esclusivamente alla conferma del cuneo fiscale. Per il resto, si tratta solo di pura propaganda, come testimoniano le "risorse record" per la sanità. La distribuzione di risorse a pioggia di cui vaneggia la premier sono solo pochi spiccioli suddivisi alla meno peggio, in modo da poter consentire alla propaganda di regime di elencare le "infinite" categorie munificate dalla generosità e dalla lungimiranza di sua eccellenza Giorgia Meloni.
La faccia tosta della premier, però, non è stata tale da farle avere il coraggio di citare l'aumento delle pensioni minime di ben 1,8 euro... al mese. Fino a tale livello di bassezza Meloni non è arrivata, anche se, va ricordato, si è pure dimenticata di aver comunque alzato lo stipendio ai ministri non eletti in Parlamento. Poverini... 3mila euro in più al mese gli facevano proprio comodo con questi lmi di luna!
Il vero problema, però, è che in questa manovra, come nelle altre due che la "mini" premier ha varato, non vi è una minima idea su come il suo governo intenda indirizzare lo sviluppo del Paese. Non vi è neppure un vago accenno su cosa i (post) fascisti vogliano investire per far crescere il Pil. Le uniche cose che finora sono stati capaci di fare sono state licenziare nuovi divieti, nuove leggi punitive, nuovi reati e nuovi aumenti di pena. Queste sono le uniche cose di cui i (post) fascisti guidati da Meloni possono dire di aver fatto con cura, efficienza e efficacia. Il guaio è che i divieti sono l'esatto contrario di cui una nazione ha bisogno per produrre ricchezza e benessere.
Qualche anima pia che sia vicina alla premier e ne abbia compassione glielo faccia presente... se ne ha il coraggio.