La riconferma di Descalzi come amministratore delegato di ENI dimostra ancora una volta la subalternità dei governi nei confronti delle politiche energetiche dell’azienda a base di greenwashing e finta decarbonizzazione. Cambiano le maggioranze, ma non la sostanza: a decidere la politica energetica del Paese è sempre ENI. Ed è una politica fossile. Così Greenpeace Italia commenta su Twitter la scelta del governo Meloni di riconfermare Claudio Descalzi a capo del Cane a sei zampe. E' quanto sostiene Greenpeace Italia. 

Nei suoi ultimi nove anni al vertice di ENI, Descalzi ha difeso i combustibili fossili e investito solo briciole nella transizione energetica verso le rinnovabili – continua l’organizzazione ambientalista.


Governo Conte e Governo Gentiloni

Il 20 aprile del 2020, anche il Governo Conte II conferma Claudio Descalzi alla guida di Eni per la terza volta. Il 19 febbraio 2021 Descalzi annuncia l’impegno di Eni nel raggiungere la decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi aziendali entro il 2050. Il 18 marzo 2017 era stato confermato dal Governo Gentiloni nel ruolo di amministratore delegato per un secondo mandato. La realtà è diversa secondo Greenpeace, infatti, è indubbio lo stretto legame tra la multinazionale del petrolio italiana e la politica. E' noto come in certe zone a pesare di più siano i  funzionari di San Donato Milanese piuttosto che l’operato degli esteri e che il cosiddetto nuovo “Piano Mattei” sia ispirato più dalla visione strategica di Eni e del suo amministratore delegato che del presidente del Consiglio.

La missione di Meloni in Algeria lo scorso febbraio, sembra sia avvenuta a fatti già compiuti.  Infatti, l'Eni è presente nel paese fin dal 1981 ed è oggi la principale compagnia energetica internazionale operante.

Non è un caso se nel PNRR buona parte dei fondi sia destinato ai combustibili fossili, mentre si predica il contrario attraverso gli spot pubblicitari. E' noto come Eni sia spesso trascinata in tribunale da paesi sottosviluppati che hanno subito il deturpamento dell'ambiente. 


Cosa fa ENI nel mondo?

In Algeria, ad esempio, ha avviato un nuovo campo per la produzione di olio e la produzione di due campi a gas del nuovo contratto Berkin Sud, in entrambi i casi in collaborazione con Sonatrach. Inoltre ha acquisito  le attività di British Petroleum dei più importanti campi produttivi a gas operati da compagnie internazionali.

Giorgia Meloni ha parlato dell'Italia come di nuovo Hub energetico del mediterraneo. Ma cosa c'è dietro questa affermazione? 

In un comunicato stampa di Sonatrach, compagnia di Stato Algerina si legge:Il primo memorandum di intenti strategici mira a identificare le migliori opzioni per aumentare le esportazioni di energia dell’Algeria verso l’Europa, al fine di garantire la sicurezza energetica supportando al contempo una transizione energetica sostenibile. Si baserà sulla valutazione dei seguenti quattro assi: l’estensione della capacità di trasporto gas esistente, la posa di un nuovo gasdotto per il trasporto di gas naturale e in alternativa idrogeno e ammoniaca blu e verde, la posa di un cavo elettrico sottomarino e l’estensione dell’attuale capacità di liquefazione del gas naturale. Il secondo protocollo di intenti strategici identificherà le opportunità per ridurre le emissioni di gas serra in Algeria e le migliori tecnologie per attuare tale riduzione. 

Gli investimenti nelle rinnovabili sono scarsissimi, e resteranno tali.