Con questa preghiera a Maria si può riassumere il contenuto dell'Angelus dell'ultima domenica di luglio di Papa Francesco.

Prendendo spunto dal Vangelo odierno con il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che invita il buon osservante a condividere con la comunità i beni che sono a sua disposizione perché tutti ne abbiano. Una condivisione che, in base a quanto riporta simbolicamente l'evangelista, genera abbondanza.

"Alle folle, Gesù non si è limitato a donare questo – ha offerto la sua Parola, la sua consolazione, la sua salvezza, infine la sua vita –, ma certamente ha fatto anche questo: ha avuto cura del cibo per il corpo", ha detto Francesco, giungendo che "l’annuncio di Cristo, pane di vita eterna, richiede un generoso impegno di solidarietà per i poveri, i deboli, gli ultimi, gli indifesi. Questa azione di prossimità e di carità è la migliore verifica della qualità della nostra fede, tanto a livello personale, quanto a livello comunitario."


"Ognuno di noi pensi: il cibo che avanza a pranzo, a cena, dove va? A casa mia, cosa si fa con il cibo avanzato? Si butta? No. Se tu hai questa abitudine, ti dò un consiglio: parla con i tuoi nonni che hanno vissuto il dopoguerra, e chiedi loro che cosa facevano col cibo avanzato. Non buttare mai il cibo avanzato. Si rifà o si dà a chi possa mangiarlo, a chi ha bisogno."

Dopo l'Angelus, il Papa ha ricordato la ricorrenza di lunedì, relativa alla Giornata Mondiale contro la tratta di persone, promossa dalle Nazioni Unite.

"Questa piaga riduce in schiavitù molti uomini, donne e bambini con lo scopo dello sfruttamento lavorativo e sessuale, del commercio di organi, dell’accattonaggio e della delinquenza forzata. Anche qui, a Roma. Anche le rotte migratorie sono spesso utilizzate da trafficanti e sfruttatori per reclutare nuove vittime della tratta. E’ responsabilità di tutti denunciare le ingiustizie e contrastare con fermezza questo vergognoso crimine."