È in discussione alla Camera l'approvazione in legge del decreto dignità. Secondo il suo "ideatore", il multiministro Luigi Di Maio, la nuova "formula" rispetto al decreto iniziale è sicuramente migliorativa:

«Nelle commissioni parlamentari abbiamo migliorato ancora il Decreto Dignità, potenziando sia la lotta al precariato che il contrasto all'azzardo e la semplificazione fiscale. Ci avevano sempre detto che non era possibile aumentare i diritti, e che anzi bisognava tagliarli per tornare a crescere.

La crescita non è arrivata, ma solo il record di contratti a termine e del precariato. Ora noi stiamo cambiando passo, tutelando il lavoro dagli abusi e le imprese dalla concorrenza sleale di chi prende i soldi pubblici e poi scappa in altri Paesi. Non finirà qui, è solo l'inizio!»

Tra le migliorie proposte rispetto alla versione iniziale vi è anche la reintroduzione dell'uso dei voucher per le aziende piccole e piccolissime che operano nell'agricoltura e nel turismo... in pratica la quasi totalità.

Ma se il decreto si chiama dignità per ridare, tra l'altro, anche dignità al lavoro - che ormai è soprattutto precario - rendendolo meno precario, la reintroduzione dei voucher, pretesa dalla Lega, è di per sé un controsenso su cui Di Maio e 5 Stelle fanno finta di non accorgersi, ma che è ampiamente sottolineato dalla sinistra (non certo il Pd) e dai sindacati.

Così, il 31 luglio, il deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza interveniva nel dibattito alla Camera:

«Mentre l’Istat certifica il ritorno alla crescita della disoccupazione insieme al record sui contratti a termine, il Governo perde una clamorosa occasione. Si poteva tornare a dare maggiore certezze ai giovani reinserendo, come avevamo chiesto noi di Liberi e Uguali in commissione, l’articolo 18. Invece si è scelto di reintrodurre i voucher. Insomma dal decreto dignità siamo passati al dl precarietà.»

«Una Waterloo dei 5 stelle», ha aggiunto Speranza il giorno successivo.

Anche i sindacati, come accennato in precedenza, non ci stanno. Così, le categorie turismo di Cgil, Cisl e Uil, hanno deciso di far conoscere al Governo il loro parere alle modifiche del decreto dignità organizzando un presidio davanti alla Camera per protestare contro la reintroduzione dei voucher.


Nei giorni scorsi le tre sigle sindacali hanno inviato a Luigi Di Maio, in qualità di ministro del Lavoro, e ai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato una nota, in cui si evidenziavano le soluzioni già presenti o eventualmente da attuare in alternativa ai voucher per venire incontro alle esigenze di flessibilità delle imprese, in special modo quelle che devono aumentare la forza lavoro in base alla stagionalità.

"La contrattazione nazionale del turismo – è scritto nella nota – ha individuato da anni strumenti di flessibilità prevedendo il lavoro extra e di surroga, che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di tre giorni, l'apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni, contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato".

Qual è stata finora la risposta del ministro? Nessuna. Neppure quella per negare che quanto ricordato dai sindacati non fosse vero o non riuscisse a coprire tutte le esigenze di flessibilità in un posto di lavoro stagionale.