Mariupol

Percorso 1 - Novoazovsk, Taganrog, Rostov sul Don (Russia), poi trasferimenti tramite aerei, bus o treni verso una destinazione prescelta o un centro di raccolta temporaneo.
Percorso 2 - Portivske, Mangush, Respublika, Rosivka, Bilmak, Polohi, Orekhiv, Zaporizhzhya (Ucraina).

Kharkiv
Nekhoteyevka, Belgorod (Russia) poi trasferimento tramite aerei, bus o treni.

Sumy
Percorso 1 - Sudzha, poi Belgorod (Russia) con qualsiasi mezzo di trasporto
Percorso 2 - Sumy, Golubivka, Romny, Lokhvitsya, Lubny, Poltava (Ucraina).

Kiev
Hostomel, Rakivka, Sosnovka, Ivankiv, Orane, Chernobyl, Gden', Gomel (Bielorussia), poi via aerea in Russia.

Quelli sopra riportati sono i corridoi umanitari offerti questa mattina dalla Russia all'Ucraina per l'evacuazione di civili dalle quattro città sopra indicate. Secondo quanto comunicato dai russi, le forze militari effettueranno "un controllo oggettivo ininterrotto dell'evacuazione, anche con l'uso di droni".

Come si vede, la quasi totalità ei percorsi offerti prevede come destinazione la Russia, una scelta che il portavoce del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, ha definito "assolutamente immorale", mentre dall'occidente è stata catalogata come cinica, con la Francia che ha dovuto smentire la notizia secondo cui Macron avrebbe chiesto corridoi umanitari con la Russia come destinazione.

E mentre appare sempre più imminente un attacco sulla capitale, si continua a combattere. Gli ucraini sostengono di aver ripreso Chuhuiv, cittadina di oltre 30mila abitanti ad est di Kharkiv. A Mykolaiv, città portuale ad est di Odessa, sono ripresi i bombardamenti.

Secondo le autorità di frontiera ucraine sarebbero più di 140mila i cittadini ucraini tornati nel Paese dall'inizio del conflitto e tra questi decine di migliaia si sarebbero arruolati per combattere.

L'occidente, frattanto, si organizza per inasprire le sanzioni alla Russia, iniziando dal petrolio. E prima di interrompere le forniture di greggio, sono iniziate le "perorazioni" nei confronti degli altri Paesi produttori per aumentare i flussi verso Europa e Stati Uniti. ED ecco così che Washington non solo iniziano a flirtare con i sauditi, ma addirittura con il Venezuela di Maduro. Il ministro degli Esteri italiano nelle scorse ore era volato in Qatar.

In attesa di sviluppi, i prezzi di petrolio e gas hanno oramai raggiunto cifre esorbitanti, stabilendo record su record.

Cina e India, adesso, stanno sempre più innervosendosi per timore di finire per essere investiti, anche se di riflesso, dalla crisi ucraina e starebbero facendo pressioni su Putin per risolvere la vicenda per via diplomatica.

Il terzo colloquio tra opposte delegazioni dovrebbe tenersi in giornata, sempre in Bielorussia, a partire dalle 15 ora locale (le 12 in Italia).

Aggiornamento delle ore 15.

Secondo quanto riporta la Tass, il governo della Federazione Russa, questo lunedì, ha stilato un elenco di nazioni straniere definite ostili alla Russia, alle sue società e ai suoi cittadini.

L'elenco comprende Stati Uniti, Canada, Stati dell'UE, Regno Unito (tra cui Jersey, Anguilla, Isole Vergini britanniche, Gibilterra), Montenegro, Svizzera, Albania, Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, San Marino, Macedonia del Nord, Giappone, Corea del Sud, Australia, Micronesia, Nuova Zelanda, Singapore, Taiwan e, naturalmente, Ucraina.

Il motivo? I paesi e i territori menzionati nell'elenco hanno imposto o hanno aderito alle sanzioni contro la Russia dopo l'inizio di quella che la Tass definisce "un'operazione militare speciale delle forze armate russe in Ucraina".

Il governo ha poi aggiunto che, in base al decreto, i cittadini e le aziende russe, lo stesso Stato, le sue Regioni e i suoi Comuni che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri appartenenti all'elenco dei paesi ostili potranno pagarle in rubli. La nuova procedura temporanea si applica ai pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese (o un importo analogo in valuta estera).


Sempre la Tass ha riportato una dichiarazione del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, in base alla quale la Russia sarebbe disposta a fermare le "operazioni militari" in qualsiasi momento nel cxaso in cui l'Ucraina si dicesse disposta a sancire nella propria Costituzione la propria neutralità e il riconoscimento della Crimea come territorio russo e dell'indipendenza delle autoproclamatesi Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk,

Questa mattina, il presidente Zelensky, nel suo briefing quotidiano, ha chiesto un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia che includa il boicottaggio delle sue esportazioni di petrolio e dei prodotti derivati.

Giovedì ad Antalya, in Turchia, dovrebbero incontrarsi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ed il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba.


Aggiornamento alle ore 21.

Si è concluso la terza tornata di colloqui tra le delegazioni russa e ucraina senza però grandi risultati. Entrambe le parti  hanno concordato di cambiare la logistica dei corridoi umanitari, secondo quanto riportato da Mykhailo Podoliak, consigliere del capo del presidente Volodymyr Zelensky. Tuttavia, sulle questioni chiave del cessate il fuoco e della fine delle ostilità, "non ci sono risultati che miglioreranno significativamente la situazione", ha affermato lo stesso Podoliak, aggiungendo però che le parti terranno ulteriori consultazioni.

Mentre da una parte l'Europa decide di esaminare le domande di adesione all'UE provenienti da Ucraina, Georgia e Moldova, dall'altra non pare condividere l'idea di fare a meno del petrolio della russo, con la Germania che si opporrebbe all'iniziativa. Per questo, secondo quanto riporta la Reuters, solo gli Stati Uniti potrebbero vietare le importazioni di petrolio dalla Russia. Nonostante ciò, dalla Casa Bianca si fa sapere che il presidente degli Stati Uniti e i leader di Francia, Germania e Regno Unito hanno rinnovato la loro determinazione nel voler continuare ad aumentare la pressione sulla Russia con nuove sanzioni.

Sul fronte militare, ad Irpin, che si trova alla periferia di Kiev, sono continuati i bombardamenti da parte dei russi, ma le autorità affermano che 2.000 persone sono riuscite ad andarsene.

Sempre nelle vicinanze della capitale, a Hostomel, sede di un aeroporto strategico, il sindaco Yuri Prylypko è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre distribuiva pane e medicinali. 

Nel sud, la città di Mykolaiv, tra Odessa e la Crimea, è ancora sotto attacco, ma sta resistendo, mentre a Mariupol le persone continuano ad essere intrappolate in una città senza elettricità, con cibo e acqua che oramai scarseggiano. Una famiglia riuscita a fuggire ha detto all'agenzia di stampa Afp di aver visto "corpi ovunque".

Bloccati anche 2.000 studenti stranieri nelle città assediate di Sumy, Chernihiv, Mariupol e Kherson, secondo quanto ha dichiarato alla Reuters la vice primo ministro Iryna Vereshchuk.