L'Italia è alle prese con l'elezione del presidente della Repubblica. La  frase è corretta, ma non abbastanza. Per essere più precisi si deve scrivere che i partiti e i loro rappresentanti in Parlamento sono alle prese con un problema che da settimane sembra irrisolvibile: l'elezione del nuovo presidente della Repubblica.

L'importanza che nell'ultimo quarto di secolo ha assunto il presidente della Repubblica, che in passato era visto più che un incarico di garanzia quasi esclusivamente come un incarico di rappresentanza, è dovuta al progressivo sfaldarsi della classe politica che ha perso progressivamente qualsiasi collegamento con le classi sociali di riferimento della società e vede le elezioni come una specie di campionato dove l'importante è vincere. Di conseguenza la rappresentatività è venuta meno e il potere è l'unica motivazione che caratterizza i partiti presenti in Parlamento. 

Pertanto, avere al Quirinale un presidente "amico" è una garanzia in più per assicurare che l'assurdo status quo attuale continui senza sorprese, almeno per altri sette anni.

I partiti si interrogano non tanto sul fatto che Mario Draghi possa essere la soluzione ideale al Colle in sostituzione di Mattarella, quanto chi potrebbe sostituirlo a Palazzo Chigi per garantire un governo al Paese fino alla fine della legislatura.

Tra i partiti, quelli di centrodestra - schieramento al momento liquido e indefinibile in relazione a chi dovrebbero essere i suoi componenti - sono alle prese con la volontà di Berlusconi di voler chiudere al Quirinale la sua carriera politica. Una soluzione per Salvini e Meloni conveniente, ma non del tutto convincente, anche a livello d'immagine. Il guaio è che devono assecondare l'alleato per non far venir meno quel presunto 7% che i sondaggi assegnano a Forza Italia, e non sanno come dirgli di no. Allo stesso tempo non trovano neppure assurda la proposta anche perché una volta eletto Berlusconi, i voti di Forza Italia, senza più lui alla guida, potrebbero confluire a Lega e FdI.

Per questo i due profeti del conservatorismo italico - da loro spesso confuso con il fascismo - aspettano che Berlusconi faccia loro sapere quale sarà la sua decisione... lasciandoli al momento in un  limbo in balia di se stessi, burattini alla mercé di un ultraottantenne che ha deciso di inventarsi padre della patria... nonostante tutto.

Il "nonostante tutto" è stato riassunto ieri in un articolo del New York Times, a firma del suo corrispondente da Roma, Jason Horowitz.

"All'inizio di questo mese, Silvio Berlusconi sedeva al tavolo della sala da pranzo della sua villa con la sua ragazza, più giovane di lui di oltre mezzo secolo, e un suo vecchio alleato politico. Mentre banchettavano con un soufflé di zucca e tagliatelle al tartufo, l'85enne ex primo ministro e miliardario ha telefonato per ore, ad un elenco di parlamentari disamorati che sperava di convincere a eleggerlo presidente della Repubblica la prossima settimana ."Stiamo formando il partito del Bunga Bunga e ti vogliamo con noi", diceva al telefono, riferendosi ai baccanali a base di sesso che il sig. Berlusconi ha definito semplici "cene eleganti". Secondo il signor Romaniello, Berlusconi ha poi aggiunto: "Ma io porterò le signore".Quella di capo dello Stato, è una carica di sette anni solitamente occupata da una figura di irreprensibile integrità e sobrietà la cui influenza deriva dalla propria autorità morale. L'attuale detentore dell'incarico, Sergio Mattarella, è un tranquillo statista il cui fratello è stato assassinato dalla mafia. Uno dei due contendenti è Mario Draghi, presidente del Consiglio e titano della politica europea che ha portato l'Italia in un periodo di insolita stabilità. Poi c'è il signor Berlusconi, che nonostante la sua recente cattiva salute, l'aspetto cereo e una posizione politica indebolita, sta spingendo con forza per conquistare una posizione al culmine della carriera che spera potrà lavar via decenni di macchie - i suoi alleati dicono che si tratti di fango gettato su di lui ingiustamente - e riscrivere così la sua eredità (politica).Ci vorrebbe un po' di pulizia.Ci sono le innumerevoli prove; le indagini sui legami mafiosi e le tangenti ai parlamentari; la condanna per frode fiscale; il divieto di ricoprire pubblici incarichi; la condanna a prestare servizio alla comunità in una casa di riposo; l'uso del suo impero mediatico a scopo politico; il suo l'uso del governo per proteggere il suo impero dei media; le conversazioni intercettate sul bunga bunga; il suo stretto rapporto con il presidente russo, Vladimir Putin, che gli ha regalato anche il famoso "lettone"; la definizione di Barack Obama come "giovane, bello e abbronzato"; l'aver paragonato un parlamentare tedesco a un Kapo di un campo di concentramento; il divorzio chiesto da parte della sua seconda moglie a seguito della storia con la "diciottenne" Noemi.Non è il curriculum per diventare presidente della Repubblica.I conflitti di interesse, i problemi giudiziari e il comportamento passato di Berlusconi lo hanno reso un candidato tutt'altro che eccellente, ha affermato Emma Bonino, una politica italiana veterana e attivista per i diritti civili che un tempo si era candidata alla carica . "Non credo che darebbe una buona immagine del nostro paese nel mondo", ha detto.Il signor Berlusconi ha rifiutato di commentare questo articolo". ...

Questo è quello che all'estero pensano di Berlusconi, al di là delle folli e paradossali campagne dei media di destra che cercano di descriverlo come statista accorto, lungimirante, benvoluto e rispettato... soprattutto a livello internazionale!

È vero che le persone per il denaro sono disposte a tutto, ma è anche pur vero che a tutto c'è un limite, specialmente quando la verità è conosciuta... ampiamente, dettagliatamente, indubitabilmente... da tempo!