Questa domenica Hezbollah ha annunciato di aver effettuato 5 operazioni nell'arco di un'ora contro obiettivi israeliani al confine meridionale del Libano, attaccando i siti di Zibdin e Ruwaisat Al-Alam, sulle colline di Kafr Shuba e nelle fattorie libanesi occupate di Shebaa. L'attacco è stato effettuato utilizzando missili Burkan.

Usando lo stesso tipo di arma, i combattenti della resistenza palestinese in Libano hanno attaccato anche Barkat Risha. Nel villaggio libanese occupato di Honen, i mujaheddin hanno preso di mira anche un nucleo di soldati israeliani, provocando vittime. Inoltre, hanno compiuto un raid nel sito di Al-Abad, dove erano asserragliati i soldati di occupazione. 

Come si può capire da questa cronaca per Israele si è aperto anche un fronte nord, al confine con il Libano. L'IDF cerca di minimizzare riassumendo gli attacchi in questi termini:

"Poco fa sono stati identificati numerosi lanci dal Libano verso diverse zone del nord di Israele, non si sono registrati feriti. L'IDF sta rispondendo con il fuoco verso le fonti dell'incendio. Inoltre, i carri armati dell'IDF hanno sparato anche nella zona di Metula per eliminare una minaccia".

A questo va aggiunta l'insistente propaganda israeliana degli ultimi giorni che, volendo far credere con video (falsi) e dichiarazioni trionfanti che ormai Hamas sarebbe allo sbando, finisce invece per far supporre l'esatto contrario: che Israele, se non in difficoltà, avrebbe comunque sottostimato e di molto la capacità di resistenza dei miliziani a Gaza, dove in tutta la Striscia i combattimenti sono in corso e sempre più furiosi e cruenti.

Fonti sul campo hanno confermato che violenti scontri sono in corso nel quartiere di Al-Qasasib a Jabalia e a sud e a ovest dell'area di Al-Faluga, nel nord della Striscia di Gaza. Stesso discorso a sud, in particolare nell'area di Khan Yunis.

Per il portavoce delle Brigate Gaza-Ma'an-Al-Qassam, Abu Ubaida, la resistenza ha distrutto 180 veicoli militari israeliani negli ultimi 10 giorni, provocando un gran numero di morti e feriti tra le fila degli occupanti.

Ma c'è anche un altro fronte di cui Israele deve tener conto nel portare avanti il suo tentativo di scacciare dalle proprie case e dalla propria terra i palestinesi: quello economico.

Secondo il Ministero delle Finanze di Tel Aviv, a novembre Israele ha registrato un deficit di bilancio di circa 4,5 miliardi di dollari, con il PIL in calo del 3,4%, rispetto al 2,6% di ottobre, a causa di una diminuzione del 15,6% delle entrate fiscali, differite a seguito del conflitto.

Il mese scorso il Ministero delle Finanze israeliano aveva  dichiarato che il costo della guerra nella Striscia di Gaza, nelle prime tre settimane, ammontava a circa 7,5 miliardi di dollari, senza contare le perdite di piccole e medie attività commerciali, e le perdite dirette e indirette subite dall'economia israeliana a seguito dell'attacco delle milizie palestinesi del 7 ottobre.

In ogni caso, ininterrottamente, proseguono i bombardamenti israeliani su tutta la Striscia di Gaza, dove il numero delle vittime, secondo l'ultimo bilancio fornito dal Ministero della Sanità, ha superato le 17.975, mentre quello dei feriti è di 51.300.