La prima seduta del Senato della XIX legislatura si è aperta sotto la presidenza di Liliana Segre, per poi concludersi sotto quella di Ignazio La Russa, anzi, Ignazio Benito Maria La Russa.

Infatti, l'Assemblea di Palazzo Madama, alla prima votazione lo ha eletto alla seconda carica dello Stato con 116 voti, mentre la maggioranza richiesta era di 104. 65 le schede bianche, 2 voti per Liliana Segre e 2 per Roberto Calderoli. 

Ma subito si presenta un problema, politico. Nelle immagini riprese da Tg1 e Sky, Berlusconi sbatte i pugni sul tavolo e poi manda (verbalmente) a quel paese Ignazio La Russa. Forza Italia non vota per la sua elezione e La Russa, nel suo primo discorso da presidente, ringrazia poi quelli che lo hanno votato pur non facendo parte del centrodestra. 

E Berlusconi mastica amaro, come dimostra il suo commento nel post voto:

"Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo di Forza Italia al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese". 

Naturalmente grande la soddisfazione di Giorgia Meloni:

"Congratulazioni al neo presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa. Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell’Italia e che ha sempre anteposto l’interesse nazionale a qualunque cosa". 

Che la Meloni esulti o meno rimane però il problema alleanza, dato che sono 16 i senatori di Forza Italia a non aver votato. Quindi, per la composizione del nuovo governo devono essere molti ancora i tasselli da mettere a posto.

L'altra questione è chi abbia salvato tra i gruppi di opposizione Ignazio La Russa. Per Enrico Letta è stato 

"irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà. Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza".

Ma da chi è rappresentata? Carlo Calenda, che sembra avere la coda di paglia - così come il suo alleato Renzi che ha subito detto noi non siamo stati - ha replicato a Letta con questo tweet:

"Sì Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male".

In ogni caso, bisogna ricordare che Calenda e Renzi hanno complessivamente nove senatori. E se fossero stati quei nove a votare La Russa, gli altri voti da dove arriverebbero?

Tra i dubbi un'unica certezza, quella che a ricoprire la seconda carica dello Stato vi è un ex missino, collezionista di cimeli del ventennio e da sempre, a suo dire, non antifascista... che a logica può solo significare la diretta conseguenza: essere simpatizzanti fascisti. Come possa un personaggio simile rappresentare una Repubblica antifascista è un mistero che è impossibile spiegare.