di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci durante la  Giornata nazionale delle Professioni sanitarie ha espresso un suo pensiero : 

“Devo dire con molto rammarico che spesso sui giornali e sulla televisione finisce solo la malasanità. Invece c’è tanta buona sanità dovuta alla professionalità di chi lavora in Italia. E nonostante i fondi per la sanità e per la ricerca siano sempre stati inferiori alla media europea questo testimonia la bontà degli operatori. Le criticità che sono emerse durante la pandemia sono tante e sono legate soprattutto ad una carenza della medicina territoriale adeguata ed è quello su cui stiamo lavorando. Credo che con i fondi del Pnrr cercheremo di dare una soluzione al problema” .

In realtà è anche vero tutto questo, ma è ovvio che spesso di tutto ciò che va bene non si parla.

 Bisogna anche sottolineare che la sanità, le cure, le urgenze e gli interventi di elezione, dovrebbero sempre avere un buon fine. Il corpo umano purtroppo non è  proprio come un palazzo le cui mura possono essere abbattute e rifatte o come un impianto elettrico. E' qualcosa di più complesso.

Diciamo che la medicina "deve" essere sempre perfetta e pronta , e come ho sempre scritto ,  "umanizzata". 

Di solito di quale malasanità si parla? Spesso non è il singolo errore umano o altro che va sui giornali ma le liste di attesa enormi per fare accertamenti, la mancanza spesso di apparecchiature per indagini nelle strutture pubbliche, la scarsa assistenza domiciliare nei confronti dei pazienti fragili, con handicap o anche oncologici . Spesso non esistono strutture per pazienti anche giovani ma ad esempio super obesi per malattie , pazienti che necessitano di terapie domiciliari, di strutture organizzate , palestre e piscine. Non è il libro dei sogni dovrebbe solo essere la realtà " ovunque " , ovunque significa che almeno in ogni capoluogo dovrebbero esistere strutture idonee.

Il malato è persona "fragile" proprio e solo  perché ammalato.  Ogni cittadino,  al nord e al sud o sulle isole dovrebbe poter avere lo stesso identico  trattamento, la stessa e identica possibilità di guarigione o qualità di vita.

In Campania ad esempio è assurdo che l'assistenza per analisi e indagini sia limitata a pochi giorni al mese.

E' ancora più assurdo che le strutture pubbliche  spesso non riescono a fare fronte alle varie richieste in tempi brevi.

Spesso alcuni ammalati devono compiere un iter  diagnostico e terapeutico che non permette attese di mesi. 

Ma ancora più assurdo a mio giudizio è che alcune strutture pubbliche non hanno la possibilità di eseguire alcune indagini come ad esempio la risonanza e siamo nel 2023 !

Ma diciamo cose più semplici  ma anche più comuni , una polisonnografia per una sindrome da apnea notturna, a volte diventa difficile anche poter fornire l'ossigeno ad un paziente, e non parliamo di un ecografia a domicilio una rx o solo un esame specialistico, un semplice esame  audiometrico per malato fragile a domicilio...un'impresa ! Un esame oculistico a domicilio... un diabetologo o pneumologo a domicilio.

Purtroppo spesso , in un Italia di anziani e super anziani, non è possibile spostare l'ammalato ma dovrebbero essere le strutture Asl ad essere in grado di spostarsi a casa dell'ammalato e non fare questo solo quando si necessita di infermieri, o ci troviamo di fronte ad ammalati terminali . La sanità a domicilio deve davvero decollare e presto.

C'è molto, tanto forse troppo da fare.

Il Ministro dice bene ,  esistono tante cose belle nella sanità italiana, ma dovrebbe comprendere cosa significa per un paziente la burocrazia spesso asfissiante delle Asl e delle prenotazioni e dei codici e codicini, delle virgole virgolette e doppi punti, la sanità delle periferie non del centro universitario o Ospedale titolato Nazionale.

In realtà sembra a volte che anche  l'informatizzazione  e la burocrazia dei percorsi , abbia chiuso in una gabbia la medicina. 

Spesso anche i medici di medicina generale si trovano a risolvere problemi che esulano dalle proprie competenze e che distraggono dalla vera attività di medicina.

Piani terapeutici da riconfermare, alcuni da fare, norme per la vitamina D  per i famosi gastroprotettori  per le eparine ecc ecc , norme norme e sempre norme, che rallentano enormemente spesso il sistema.

Forse il popolo in genere è estremamente contento che in Italia esiste la ricerca, i ricercatori e le terapie fantastiche . Molti di loro però  vorrebbe  che i meccanismi di base, le prime cure e  il quotidiano medico fossero aperti a tutti, con semplicità , velocità ed efficienza.

E' dura ma bisogna mettere mano al sistema dal basso e penso sinceramente che con le nuove norme che  vorrebbero cambiare  la sanità sul territorio ,  non si andrà davvero da nessuna parte. 

Questo è un problema complesso, che nessuno al momento è riuscito a risolvere. Forse alcune soluzioni devono giungere dal basso e non dal cattedratico prof che probabilmente di asl, file e carte varie conosce davvero poco.

Ricorderò per sempre negli anni della vecchia Dc un presidente di ospedale che venne nel reparto di chirurgia di Urgenza per una visita pre-elettorale.

Il mio primario, vecchio chirurgo, cercava di dirgli lungo il percorso le varie difficoltà. Gli raccontava che avevamo bisogno di più materiale da sutura, di presidi particolari, di sacche di sangue e, io poco più che 30 enne, pupillo del primario accompagnavo ed ascoltavo. Ad un certo punto però... capitò qualcosa che è rimasto scolpito nella mia mente di giovane medico. Il famoso presidente dell'epoca che credo fosse un ragioniere... con fare molto semplice e spontaneo disse: "parliamo di cose serie... chi votate a queste elezioni?  Penso che sia stata una gaffe, un errore del momento, ma... in realtà all'epoca la politica della Dc specialmente, era molto incisiva nella vita ospedaliera. Diciamoci la verità, per entrare in ospedale si andava dagli onorevoli del luogo. Anzi noi giovani medici spesso venivamo scavalcati dai figli dei primari, che erano persino presidenti di commissioni di esami. Insomma non sta a me raccontare come si scambiavano i favori...Non dovrei neppure raccontare che con queste agevolazioni non sempre " i migliori " sono divenuti assistenti e quindi ad un certo punto negli ospedali si è persa una cosa importante..." la scuola ".

A salerno in chirurgia esisteva la scuola di Della Corte , a Napoli esisteva la scuola di Zannini, di Mancini, di Condorelli.... molto di questo si è perso perchè non sempre i figli erano come i padri e non sempre gli amici dei politici erano delle cime !   Sbaglio ? 

Insomma diciamo che non si è dato spazio  dopo gli anni  80  , quando i concorsi  si riaprirono per i medici, alla meritocrazia.

Anzi molti ragazzi giovani medici volontari  che spesso reggevano reparti da anni , furono scavalcati dal figlio di...dal nipote di...dal conoscente del tale onorevole dei Picentini o cilentano..o....Romano se non Napoletano o Milanese.

Questo in parte ha rappresentato il crollo della sanità ospedaliera . Ovviamente non tutto è nero e neppure tutto  è bianco ma certamente il colore è da definire  per ogni ospedale e Asl  d'Italia .  

Poi il numero chiuso a medicina  e i molti , spesso  stupidi test di accesso , non hanno favorito la selezione dei migliori medici .

 Tanti che avrebbero voluto fare i medici  e lo avrebbero forse  meritato sono rimasti fuori . Insomma non credo  che   questi test hanno selezionato il futuro medico eccelso.

Insomma qualcosa non ha funzionato dobbiamo avere il coraggio di raccontare le verità... verità spesso non raccontate ma che che esistono in ogni ospedale, in ogni Asl e in ogni cervello di tanti medici che si possono riconoscere in ciò che racconto.

Cosa dire di più... speriamo che davvero tutto  possa cambiare e che quello che ho ascoltato 30 anni fa era  solo un "caso isolato"...  dei tempi che furono , ma sinceramente non credo !