Zelensky, oltre alla guerra, pensa già alla ricostruzione, ritenendo di poter a breve respingere i russi nei propri confini oppure prevedendo di dover rinunciare a parte del territorio già conquistato da Mosca. Una considerazione logica di cui potremo capire di più tra qualche settimana.

Lunedì, infatti, si terrà a Lugano una conferenza internazionale dedicata alla ricostruzione dell'Ucraina. Una ricostruzione in senso lato, ha precisato Zelensky:

"È necessario non solo ripristinare tutto ciò che gli occupanti hanno distrutto, ma anche creare una nuova base per la nostra vita, per un Ucraina sicura, moderna, conveniente, senza barriere. Ciò richiede investimenti colossali: miliardi, nuove tecnologie, migliori pratiche, nuove istituzioni e, naturalmente, riforme. E già lunedì l'Ucraina presenterà a Lugano una visione nazionale su come implementare tutto questo. In effetti, questo è il più grande progetto economico del nostro tempo in Europa e un'opportunità straordinaria per ogni Stato, per ogni azienda che inviteremo a lavorare in Ucraina per mettersi alla prova.Il territorio di 10 regioni è stato colpito dalle ostilità dopo il 24 febbraio. Durante questo periodo siamo riusciti a liberare 1.027 città e villaggi e altri 2.610 sono ancora sotto l'occupazione russa. E la maggior parte di loro ha bisogno di essere ricostruita, centinaia sono state completamente distrutte dall'esercito russo, e devono essere ricostruite praticamente da zero. Ma oltre a ciò, decine di città in altre regioni dell'Ucraina sono state colpite da missili. Centinaia di imprese sono state distrutte. Tra di loro ci sono anche industrie complesse e molto pericolose, come quelle nei settori della chimica e della metallurgia...Pertanto, la Conferenza di Lugano può diventare un passo importante per la ricostruzione dell'Ucraina. E quando realizzeremo questo progetto - e sono sicuro che accadrà - questo evento potrebbe essere considerato il suo inizio".

Ma per ricostruire, bisogna prima sconfiggere la Russia, ha ricordato il presidente ucraino:

"Oggi [sabato, ndr] - ha dichiarato il presidente ucraino - l'esercito russo ha continuato a lanciare missili contro le nostre città. Nella sola serata, ci sono già stati sei attacchi missilistici, per un totale di 12 missili. Mykolaiv, la regione di Donetsk... Continuano gli attacchi aerei. Feroci ostilità continuano lungo l'intera linea del fronte, soprattutto nel Donbass, e nelle città della regione di Luhansk. Anche nella regione di Kharkiv l'attività del nemico si sta intensificando. Siamo riusciti a cacciare gli occupanti da Ivanivka, nella regione di Kherson, continuiamo a fare pressione nel sud ..."

Sul fronte opposto, il leader ceceno Ramzan Kadyrov sabato ha dichiarato che la città di Lisichansk è stata completamente circondata:

"La trappola si è chiusa. Le forze alleate hanno completamente circondato Lisichansk. È giusto dire che presto inizierà un'offensiva su vasta scala sulla città. Il nemico non ha un posto dove andare perché tutte le strade in entrata e in uscita dalla città sono bloccate", ha affermato ha scritto su Telegram.

Secondo la Tass, oltre 2.000 membri delle unità di difesa territoriale ucraine si trovano a Lisichansk, dove venerdì i russi aveva già preso il controllo di alcuni impianti industriali chiave della città. Nelle ultime ore, il consigliere del presidente ucraino Oleksiy Arestovych ha ammesso che la città  potrebbe cadere in mani russe.

Ma per avanzare faticosamente ad est, i russi si indeboliscono, più o meno ovunque. Ivan Fedorov, il sindaco di Melitopol, città prossima alla fascia costiera ucraina che si affaccia sul Mare d'Azov ed una delle prime a cadere nell'invasione del 24 febbraio, ha dichiarato che le forze armate di Kiev hanno lanciato 30 attacchi e distrutto una delle quattro basi militari russe situate nella città. I russi hanno confermato l'attacco dicendo però che solo alcune case nelle vicinanze dell'aeroporto sono state danneggiate. Il sindaco Ivanov ha smentito il resoconto della Russia definendolo una "provocazione".

Il governatore dell'oblast russo di Belgorod,  Vyacheslav Gladkov, ha affermato che 11 condomini e 39 abitazioni sono stati colpiti a seguito di un attacco ucraino che ha causato il ferimento di quattro persone. Anche  Roman Starovoit, anch'egli governatore di un oblast russo, quello di Kursk, ha confermato un tentativo di attacco, precisando però che la difesa aerea russa aveva abbattuto due droni Strizh vicino la città di Kursk. 

Infine, il dittatore bielorusso Alexander Lukashenko si è lamentato perché le forze armate ucraine, nei giorni scorsi, avrebbero tentato di attaccare strutture militari nel suo Paese... dimenticando o ritenendo superfluo il suo aiuto fornito a Putin, di cui è un riconosciuto servo sciocco, nell'invadere l'Ucraina.

Questo il nuovo bollettino con i nuovi dati aggiornati sulle perdite russe dal 24 febbraio: 35.970 soldati, 1.584 carri armati, 3.744 veicoli corazzati da combattimento, 801 sistemi di artiglieria, 246 sistemi di lancio multiplo di razzi, 105 sistemi di difesa aerea, 187 elicotteri, 217 aeroplani, 654 droni e 15 imbarcazioni.