Uno studio innovativo condotto dall’Università di Chicago (USA), pubblicato sulla rivista Genome Medicine, ha identificato numerose varianti genetiche potenzialmente causalì per l’asma, sia a esordio nell’adulto che nel bambino. Combinando dati genomici avanzati e strumenti computazionali, i ricercatori hanno gettato luce sui meccanismi biologici alla base dei due fenotipi, aprendo la strada a future ricerche mirate allo sviluppo di terapie personalizzate.
Il team ha analizzato i dati della UK Biobank utilizzando il fine-mapping, un metodo statistico che stima la probabilità che una variante genetica abbia un effetto causale su una malattia. Oltre al DNA, sono stati esaminati la cromatina "aperta" – regioni del genoma accessibili che regolano l’attività genica – e le interazioni con proteine cromosomiche. Particolare attenzione è stata rivolta alle cellule epiteliali polmonari, cruciali nella patogenesi dell’asma, dove la presenza di varianti in zone di cromatina attiva aumenta la probabilità di un ruolo causale.
Integrando anche dati sugli expression quantitative trait loci (eQTL) – varianti legate all’espressione genica – e sulle interazioni con la cromatina in cellule polmonari e del sangue, i ricercatori hanno stilato una lista di geni candidati.
Lo studio ha rivelato 21 gruppi indipendenti di varianti per l’asma adulta e 67 per quella infantile, con solo il 16% di sovrapposizione. Ciò suggerisce meccanismi biologici parzialmente distinti tra le due forme. Inoltre, analizzando le sequenze di DNA regolatorie, sono emersi 62 geni candidati per l’insorgenza nell’adulto (tra cui alcuni coinvolti nella risposta immunitaria) e 169 per l’età infantile, molti associati allo sviluppo precoce del sistema respiratorio.
Queste scoperte offrono una mappa più precisa delle regioni genomiche da investigare per comprendere l’origine dell’asma. "Identificare geni causalì permette di concentrare gli sforzi su bersagli terapeutici più promettenti", sottolineano gli autori. Prossimi passi includono validazioni funzionali delle varianti e l’esplorazione di come fattori ambientali interagiscano con queste predisposizioni genetiche.
Con un approccio multidisciplinare che unisce genetica, bioinformatica e biologia cellulare, questo studio rappresenta un modello per future ricerche su malattie complesse, puntando verso una medicina di precisione sempre più efficace.